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Gattuso “furioso e incazzato” scuote il Milan

Gennaro Gattuso, Milan, Getty Images
Conferenza di fuoco, Gattuso è chiaro: il problema è nella testa, non la qualità dei giocatori. Vuole ripartire dalle basi: corsa, sacrificio, compattezza.

Stefano Bressi

Il fuoco negli occhi. Gennaro Gattuso è arrivato in conferenza stampa oggi pomeriggio con lo sguardo della tigre, quello che ai suoi uomini è mancato nelle ultime partite. È un Gattuso furioso, "incazzoso" per usare i suoi termini. L'allenatore rossonero non accetta gli ultimi risultati e va su tutte le furie quando sente dire "è ormai da un po' di tempo che è così". È proprio questo a farlo arrabbiare, è proprio questa mentalità sbagliata a non essere in linea con quella vincente di Rino.

Il paragone è stato fatto più volte: contro le grandi squadre il Milan ha fatto grandi partite, mentre con le piccole spesso è sceso in campo più molle, con una mentalità, appunto, diversa. Rino non usa mezzi termini e chiarisce che se contro i grandi campioni si riesce a non fargli fare neanche un tiro non può essere possibile che contro le piccole si prendano certi gol. Il problema non può essere la qualità. I giocatori hanno dimostrato di poter fronteggiare i grandi avversari, significa che se poi fanno male contro giocatori inferiori il problema è nella testa.

Eppure anche contro le grandi squadre al Milan è sempre "mancato poco". Anche su questo, Gattuso non sembra essere contento. Se manca un po' bisogna lavorare per raggiungerlo, significa che anche in quel caso c'è un problema di mentalità. Il Milan non può accontentarsi di rimanere ai livelli degli ultimi anni, né tanto meno di continuare a sentirsi "sazio" dopo grandi prestazioni che non portano a nulla di concreto.

E allora bisogna lavorare, lavorare sodo. E a Gattuso "non frega niente" se a qualcuno non ha fatto piacere tornare a lavorare a Milanello invece di avere i due giorni di riposo. Perchè era il minimo, secondo l'allenatore, dopo la figuraccia fatta contro il Benevento. Ma Gattuso riuscirà a trasmettere la sua rabbia ai giocatori? Qualcuno ha osato chiederglielo, la risposta è stata chiara: "Secondo te stiamo qua a pettinare le bambole?"

Niente sorriso da ebete, ma faccione incazzoso. Niente frasi di circostanza, ma frasi chiare e con l'obiettivo di scuotere tutto l'ambiente. Dalla rosa alla dirigenza. Perchè a Rino non ha fatto piacere neanche sentir parlare così tanto di altro. L'ambiente deve compattarsi, deve essere più "furbo". Sul campo, invece, bisogna tornare alle basi: corsa, sacrificio e compattezza sono le parole chiave.

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