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Gennaro Gattuso, allenatore del Milan, è intervenuto in conferenza stampa, nella notte italiana, da Los Angeles, dove il Milan ha iniziato la sua tournée americana, iniziando dal lavoro di questi giorni: "La base più importante l'abbiamo messa in questi dodici giorni a Milanello. Adesso ci alleneremo sia con le partite sia con qualche lavoro doppio".
Sugli avversari: "La partita con il Manchester? Sembra che sono passati 50 anni (ride, ndr). Oggi guardo il calcio con un'altra visione, da calciatore era più facile. Faccio un lavoro molto diverso, è difficile. Qualche ricordo l'ho perso, ma giocare questo tipo di partite è un motivo di orgoglio, dobbiamo mettercela tutta per non fare figuracce".
Su Ibrahimovic: "Ho grandissimi ricordi suoi. Al di là del campione, del grande giocatore e della grande personalità, mi sono trovato sempre molto bene con lui. Il suo modo di fare mi è sempre piaciuto. Ha una grande caratteristica: vuole vincere sempre, non vuole perdere. Ci ha dato una grande mano dentro lo spogliatoio. Non è facile allenarsi con Ibra, va sempre alla ricerca di qualcosa in più, ma ci ha sempre fatto fare un salto di qualità per quello che chiedeva. Ad avercene di giocatori così, sia per la mentalità che per lo spessore tecnico-tattico".
Se il cambio societario ha portato serenità: "Non ho ancora avuto nessun confronto con la proprietà, ma solo con Leonardo. Bisogna dare merito al gruppo, stiamo lavorando già da due settimane. Ho trovato disponobilità e tranquillità in tutto il gruppo di lavoro. Sono un dipendente del Milan, ho un contratto, e lo stesso vale per i giocatori. La ricerca di alibi non ci porta da nessuna parte. Se ci sarà qualche linea nuova da portare avanti, lo faremo per il bene del Milan. In questo momento voglio solo ringraziare questo gruppo: non solo i calciatori, ma tutto il mondo Milan".
Su Mourinho: "Penso che sia un allenatore vincente da vent'anni, cerca sempre di tirar fuori il meglio dai suoi giocatori. Ha grande mentalità, ha cambiato poco il suo modo di giocare negli anni. Ha una grande dote: parla ai giocatori ed entra nella loro anima. Stiamo parlando di uno dei più grandi allenatori del mondo".
Su Bonucci: "Futuro? Non lo so. Bisogna essere onesti, io ho parlato con lui. Leo ha avuto un confronto con me, ma non sono io il club. Deve parlare con i dirigenti, ma finchè indosserà la maglia del Milan voglio vedere il Bonucci di questi primi quindici giorni. Un grande professionista, sempre il primo a tirare il gruppo. Spero che possa rimanere, è un giocatore di valore e di grande mentalità. Quando un giocatore esprime un desiderio, l'allenatore e chi lavora all'interno di un gruppo deve fare di tutto per riuscire a convincerlo a rimanere. Agonisticamente, dobbiamo pensare ai pro e ai contro. Se il giocatore lo chiede esplicitamente, bisogna affrontare il discorso".
Sul mercato: "In questo momento, da parte mia, è diventato tutto stucchevole. La vecchia e la nuova società sapevano e sanno quali sono i ruoli da rafforzare. Lo sanno, gliel'ho ribadito. La cosa più importante è riuscire a prendere giocatori con caratteristiche precise, che possano dare una mano a questa squadra a migliorare. E' normale che la società farà le sue scelte, economicamente è molto forte. Se si vuole giocare in un determinato modo, bisogna prendere giocatori funzionali. La parola migliore è andare alla ricerca di giocatori funzionali: è normale che si possano fare alcuni nomi, l'importante è che sia funzionale al nostro gioco".
Su Mirabelli: "Vorrei tante cose nella mia vita, alcune cose si possono ottenere e altre no. Se sono al Milan è perchè Massimiliano mi ha dato una grandissima possibilità, è un segreto di Pulcinella. Se sono diventato questo allenatore, i meriti sono di Fassone e Mirabelli, che mi hanno dato questa possibilità. In questo momento sono un professionista, c'è grande rammarico e amarezza, ma dobbiamo guardare avanti. Anche io, se perdo due partite, posso essere messo in discussione. Mi dispiace molto, ma bisogna guardare avanti, sarà un lavoro molto difficile. In questo momento non è corretto che parli io al posto suo, non devo convincere nessuno. Devo pensare a fare il mio. Non ci siamo ancora conosciuti, io devo affrontare le mie difficoltà. In questo momento il mio obiettivo è riuscire a mettere la squadra nelle condizioni migliori, facendole esprimere il miglior calcio. Non voglio fasciarmi la testa prima di spaccarmela".
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