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Gattuso: “Rinnovo? Tutti d’accordo o si aspetta”

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan
Gennaro Gattuso, nella conferenza stampa della vigilia di Milan-Inter, ha fornito molti spunti di riflessione: le sue dichiarazioni più importanti

Daniele Triolo

I hanno dato ampio risalto alle dichiarazioni rilasciate ieri da Gennaro Gattuso durante la di presentazione di , derby di Milano in programma oggi a San Siro alle ore 18:30. Tanti i temi toccati, dalle difficoltà che presenterà la partita alle prestazioni dei singoli, passando per il rinnovo del suo contratto e per le parole (non gradite) del capitano Leonardo Bonucci sul mercato in vista della prossima stagione. Queste le dichiarazioni più importanti di Gattuso:

DERBY - “Noi non siamo cattivi nel DNA, non possiamo giocare con rabbia. Dovremo fare una gara nostra. Le priorità dovranno essere compattezza e reparti corti. Questo fa la differenza. Il derby come una finale? Noi è da un po' che giochiamo finali. Sappiamo di non poter sbagliare perché inseguiamo, ci sarà il record di incasso in casa nella storia del Milan e serve preparare bene questa partita. Mettiamo le nostri armi poi vinca il migliore”.

BONUCCI - “Dice che ci servono giocatori di livello internazionale? Leo deve fare il calciatore ed il capitano. Per il resto c'è la società. Su certe cose non ho messo bocca nemmeno io, le sue parole non mi sono piaciute tantissimo. Comunque non voglio che le mie siano strumentalizzate, né che si dica che Bonucci decida all'interno del Milan. Avercene di ragazzi come lui in campo e nello spogliatoio”.

CONTRATTO - “Non mi piace perdere del tempo a parlare quando c'è un lavoro da fare. O siamo sicuri tutti quanti o si aspetta. Comunque la priorità non è il mio contratto, ma fare più punti possibili e valorizzare la squadra. Se io sono convinto? Io sono nato convinto. Mi è stata data una grande possibilità e sento una grande pressione. Io non mi sento solo l'allenatore di questo Milan, mi sento anche Presidente, capo ultrà, magazziniere. A casa mia si dice che quando si parla una, due volte, la terza è già troppo”.

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