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L'incontro di Nyon è andato. Il Milan ha presentato tutte le carte - e i conti - possibili per convincere la UEFA che è tutto in regola per poter disputare l'Europa League l'anno prossimo. Fra qualche ora è atteso il verdetto della , l'ultimo grado decisionale spettante al principale organo calcistico europeo.
La Camera Investigativa, che ha negato il settlement agreeement ai rossoneri, non potrà intervenire sulla sentenza della Giudicante, se non attraverso un'esposizione orale dei motivi che l'hanno portata a prendere quella decisione. Dunque, come riporta la Gazzetta dello Sport, (due delle quali sono ex giudici della Corte di giustizia europea), non sono dipendenti UEFA, quindi non condizionabili dalle precedenti sentenze.
Nel caso in cui anche tale verdetto escluda il Milan dall'Europa, la società di via Aldo Rossi potrà presentare ricorso al Tribunale Arbitrale dello Sport, meglio conosciuto con il suo acronimo TAS, con sede a Losanna (Svizzera). E in quel caso, trattandosi di una vera propria Corte di Cassazione dello sport, la sentenza sarà incontestabile.
A differenza della Camera Giudicante della UEFA, il TAS è composto da tre arbitri (uno nominato dal Milan, uno dalla UEFA e il Presidente super partes) che possono sia modificare totalmente il verdetto della UEFA, sia invitare l'organo calcistico europeo a rivedere la sentenza. Che tradotto significa: concedere il settlement al Milan. La dirigenza avrebbe 10/21 giorni per presentare ricorso e nuove prove al TAS: il nuovo socio rappresenterebbe l'asso nella manica. Ma a che punto si trova la trattativa? .
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