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L'ora della verità, secondo 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola, è finalmente arrivata: entro le ore 17:00 di oggi il proprietario e Presidente del Milan, Yonghong Li, da 60 milioni di euro richiesto dal Consiglio d'Amministrazione del club di Via Aldo Rossi.
Qualora ciò non avvenisse, . A quel punto, lo scenario sarebbe di facile comprensione: Yonghong Li avrebbe dieci giorni lavorativi di tempo per rimborsare Elliott di questi 32 milioni e, nel caso in cui tale scadenza venisse disattesa, Elliott inizierebbe la procedura per “escutere il pegno” Milan.
In parole povere, subentrerebbe a Yonghong Li come proprietario del club rossonero, in virtù degli accordi presi nell'aprile 2017, quando il fondo di Paul Singer prestò all'imprenditore cinese 303 milioni di euro più interessi per finalizzare l'acquisizione della società meneghina da Fininvest. La 'rosea' ha ricordato come Elliott, in forma preventiva, abbia già messo a disposizione il denaro necessario per l'aumento di capitale qualora l'amministratore delegato del Milan, Marco Fassone, ne faccia formalmente richiesta.
In pratica, tutto è già stato predisposto per farsi trovare pronti qualora Yonghong Li non ottemperasse ai propri impegni economici. Se fosse Elliott a fare il bonifico per il Milan, ha commentato 'La Gazzetta dello Sport', per Yonghong Li, dunque, si profilerebbe : nel caso, infatti, in cui non raccolga il denaro necessario a rifondare Elliott, o non si arrivi all'ingresso di un nuovo partner nel Milan, a luglio il club da cinese diventerebbe formalmente americano.
Il fondo Elliott avvierebbe la procedura di subentro con il Tribunale del Lussemburgo, il Paese dove ha sede la Rossoneri Sport Investments Luxembourg, holding con la quale Yonghong Li controlla il Milan. L'imprenditore cinese, però, non avrebbe intenzione di 'mollare' il colpo così facilmente e studia una soluzione che lascerebbe tutti senza fiato:
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