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Piccolo stadio, piccolo Paese. Il Dudelange affronta il Milan, in campo, quasi senza senso, c'è anche Gonzalo Higuain. Sembra fuori luogo quasi il Pipita. Eppure a metà del secondo tempo, quando i difensori hanno deciso per l'ennesima volta di fermarlo con qualche calcio di troppo, lui se l'è presa come se fosse una finale: pugni a terra e imprecazioni contro l'arbitro. Qualcuno si è messo a ridere, ma solo perché non ha colto il senso di quella scena. Higuain non era un bimbo che si lamentava, bensì un campione che sentiva la responsabilità di sistemare una partita che stava diventando scomoda. Inoltre il portiere gli aveva già detto no su un tiro a colpo sicuro. Il cronometro scorreva e il match non sembrava essere amico.
Poche partite finora con la maglia del Milan, ma i tifosi rossoneri hanno già imparato a conoscerlo: il Pipita in campo appare spesso nervoso. Si indispettisce se viene malmenato dagli avversari (comprensibile), se i compagni non si muovono come vorrebbe e se il pallone a volta sembra non voler entrare. Ma non è un nervosismo distruttivo, bensì costruttivo: tutti lo percepiscono come la carica di un leader. Ha una carica mentale superiore alla media e tenta di utilizzarla per spronare i compagni. Per fortuna, però, i gol non mancano. Così Higuain può stare un po' più sereno e il Milan se lo gode: è già decisivo in tre partite su quattro, scrive La Gazzetta dello Sport.
All'esordio erano piovute su di lui un po' troppe critiche. Tutti si chiedevano come mai fosse troppo assente dalla manovra e come mai fosse rimasto a secco. Lui ha risposto trasformandosi nel giocatore di cui proprio il Milan non può più fare a meno. Con la Roma assist a Patrick Cutrone allo scadere per i tre punti, con il Cagliari gol che salva il Milan dalla sconfitta, contro il Dudelange in Europa League altra toppa per una vittoria che poi così scontata non era. 54 milioni spesi, che finora il Pipita sta dimostrando di valere eccome. Anche se tra qualche mese compirà 31 anni. Ma il prezzo è davvero giusto. Anche perché c'è pure l'impatto sullo spogliatoio, dove per esempio Franck Kessie lo vede come un giocatore fondamentale sotto diversi aspetti: dai gol segnati all'aiuto che dà alla squadra in campo e fuori. La mentalità vincente dell'argentino deve essere trasmessa a tutta la squadra.
I numeri parlano per lui. Il gol in Lussemburgo è il gol di coppa nella tredicesima Nazione diversa. se si considerano anche le reti nelle partite europee giocate in casa tra Spagna e Italia. A proposito, al Pipita per ora l'unica cosa che manca è il gol in casa. Rete a Cagliari e in Lussemburgo, ma non a San Siro, dove il VAR gli ha detto no. Forse dovrà ascoltare i consigli di Gennaro Gattuso, che vorrebbe vederlo aggredire di più la porta. Domani a Milano arriva l'Atalanta, a cui il Pipita ha fatto otto gol in dieci partite. Contro l'Atalanta dovrebbe arrivare anche l'esordio in campionato di Mattia Caldara.
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