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Entusiasmo, voglia di rivalsa dopo un'estate difficile, quasi abbandonato dalla Juventus. Un'accoglienza mai vista, visite mediche invase dai tifosi e saluto in pompa magna in Piazza Duomo. Le attese, per Gonzalo Higuain, erano altissime. Anche perchè al Bernabeu, al debutto (non ufficiale) in rossonero, il Pipita aveva impiegato quattro minuti per andare in gol. E così ieri, complici le statistiche positive sulle sue sfide da avversario al San Paolo, in molti si aspettavano un gol, un guizzo, una magia.
Gonzalo ci ha provato, affamato e deciso, voglioso di segnare come è naturale per bomber del suo calibro. Troppo solo però l'argentino, che . Pochi, troppo pochi per provare ad incidere. Così come troppa è stata la timidezza del Milan, che fino al 50' si è però mischiata a personalità, ordine e organizzazione, fattori che hanno condotto al momentaneo 2-0. Quando si è poi inserita la paura, i rossoneri sono crollati, e con loro anche le discese di Suso e Borini. Higuain, così, non ha più visto un pallone, se non in occasione dell'assist di Laxalt in contropiede, che il Pipita ha calciato altissimo.
La mappa visibile in fondo all'articolo, mostra i tocchi di Higuain nel corso dell'intera partita. Solamente una volta, quella appena citata, il Pipita ha ricevuto all'interno dell'area di rigore. Per il resto, lavoro di sponde, copertura e protezione del pallone. Nessuna critica: Gonzalo ha svolto benissimo questo compito, permettendo diverse volte ai compagni di respirare e salire verso la zona d'attacco. Certamente, è però troppo poco: il Milan ha bisogno del suo bomber, e per valorizzarlo dovrà servirlo maggiormente. I primi 90' hanno mostrato una lacuna che troppo spesso, negli ultimi anni, era parsa evidente: la prima punta lasciata sola, non servita dai compagni. Higuain, al momento, è un uomo solo. In attesa di diventare 'l'uomo solo al comando' del nuovo Milan.
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