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La partenza shock della scorsa stagione è ancora ben impressa nella mente dei tifosi rossoneri, illusi da una campagna acquisti faraonica e da un precampionato ricco di risultati ma poi tramortiti da una serie di pesanti rovesci. I quattro gol subiti all'Olimpico dalla Lazio, le sconfitte interne con Roma e Juventus, più nette di quanto dicesse il punteggio, e la bruciante battuta d'arresto nel derby servirono a certificare il precoce fallimento della gestione Montella.
Ma quest'anno la musica sembra ben diversa. Il Milan ammirato a Napoli, seppur inopinatamente sconfitto in rimonta dopo un vantaggio di due reti, e quello vittorioso contro la Roma, con un margine che avrebbe potuto essere ben più ampio dello stretto 2-1 finale, stupisce per l'atteggiamento sfrontato, il possesso palla votato al bel gioco e la maturazione mentale non ancora completata ma ben avviata.
I ragazzi di Gattuso hanno giocato al San Paolo sessanta minuti di grande calcio, con gli uomini di Ancelotti messi in difficoltà sulla loro migliore caratteristica, il palleggio. Il black-out finale ha riportato a galla le solite polemiche sulla cronica mancanza di personalità e l'assenza di uomini di carisma dentro e fuori lo spogliatoio.
Ma la bella vittoria di San Siro contro la temibile Roma, fatta di corsa, palleggio, determinazione e voglia di vincere - con scelte coraggiose da parte di Gattuso e grande proposizione offensiva da parte dei rossoneri in campo - ha spazzato le nubi all'orizzonte e restituito al popolo rossonero un gruppo che ha messo da parte, speriamo in via definitiva, i timori reverenziali contro le grandi del campionato.
In attesa di ulteriori ed appassionanti scontri con Inter e Juve, il Milan deve mantenere alta la concentrazione contro formazioni apparentemente più deboli ma in grado di insidiare i rossoneri per determinazione e fisicità e arrivare senza alcuna sudditanza psicologica ai prossimi big match.
Di Enrico Maggioni
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