Le grandi squadre dimostrano di essere tali nei momenti difficili e quello attuale è sicuramente un momento complicato per il Milan. I rossoneri hanno dato segni di ripresa con il Bologna dopo cinque partite consecutive senza vittorie, ma ora all'orizzonte si profilano appuntamenti importanti. La squadra guidata da Gennaro Gattuso è infatti chiamata ad ottenere i tre punti domani con il Verona per poter sperare di raggiungere e superare al sesto posto - almeno momentaneamente, sperando in un successo della Lazio - l'Atalanta, squadra che affronterà poi in trasferta nel turno successivo. Mercoledì prossimo i rossoneri saranno poi attesi allo stadio Olimpico di Roma per la finale di Coppa Italia con la Juventus: vincere non significherebbe solo alzare un trofeo, ma anche accedere direttamente alla fase a gironi della prossima edizione dell'Europa League.
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La ricetta di Gattuso, tra mentalità, importanza della maglia ed orgoglio
Nel corso della conferenza stampa odierna, Gennaro Gattuso ha posto l'accento sull'orgoglio e sull'importanza della maglia rossonera. In merito a Nikola Kalinic, ad esempio, ha spiegato: "Con lui, come con tutti, vado d’accordo, ma ci sono momenti in cui non ci può dimenticare che indossiamo una maglia storica e che ci sono dei doveri. Non si può trattare sconfitta e vittoria allo stesso modo, quando si perde deve bruciare, vincere e perdere non è la stessa cosa".
Il tecnico ha ribadito come per raggiungere grandi obiettivi serva una mentalità vincente e rispetto per il blasone, valori familiari per uno che ha vissuto a Milanello per diversi anni. "Penso di essere l’uomo più umile al mondo, non voglio fare il fenomeno, ma non fate passare l’idea che non abbia fatto nulla" ha detto il tecnico. Alcuni problemi ci sono stati, ma non dimentichiamo da dove siamo partiti. Eravate i primi a scrivere che Calhanoglu e Biglia erano dei bidoni, poi è un dato di fatto che questa squadra può fare di più, ma guardate anche quante partite abbiamo perso nella mia gestione. 4 o 5". In parallelo, dunque, Rino mostra i progressi e il suo aiuto verso una squadra presa, ribaltata e risollevata nell'umore e nei risultati. Il percorso, tuttavia, non è finito. Il finale (e la finale), si preannunciano tanto tosti quanto avvincenti.
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