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Lago a Radio Rossonera: “Il TAS può avallare o rimandare indietro la sentenza”

Casa Milan (Fonte: Pianeta Milan)
Intervenuto a Radio Rossonera, il Prof. Umberto Lago, uno dei padri fondatori del Financial Fair Play, ha così parlato della sentenza UEFA nei confronti del Milan

Donato Bulfon

Intervista esclusiva al Prof. Umberto Lago, uno dei , in merito alla che ha escluso il Milan dalle coppe europee:

Facciamo subito chiarezza: il Milan è stato squalificato dalle coppe europee per una o per due stagioni? “Una stagione”.

Solo squalifica e nessuna multa? “Solo squalifica e, a dir la verità, mi sembra una sentenza più che sufficiente”.

Si aspettava questa sentenza? “Con quello che ultimamente si è letto sui giornali non sapevo anch’io cosa aspettarmi onestamente. Questa è una sentenza molto dura per il Milan perché ritenevamo che il Settlement Agreement fosse da concedere e ritenevamo che le osservazioni inviate alla camera giudicante fossero più che fondate. Mi pare di capire che sostanzialmente la camera giudicante eccepisca una propria non competenza sulla questione relativa alla non concessione del SA”.

Nella sentenza si fa riferimento al triennio 2014-2017 ed alla violazione della regola del pareggio di bilancio. “Quello è un dato indiscutibile, di fatti non è stato messo in discussione dal Milan perché quei dati sono inoppugnabili. Il punto però è questo: in presenza di violazioni maggiori, ad altri club il SA è stato concesso”.

Su cosa si è basata la difesa del Milan a Nyon? “Sui motivi per i quali a nostro avviso andasse concesso il SA”.

In merito alla questione rifinanziamento che ha influito nella decisione di non concedere prima il VA e poi il SA. “Quello era il motivo principale che di fatto abbiamo attaccato dicendo che ad essere giudicato doveva essere il club e non il socio; socio che tra l’altro aveva sempre effettuato tutti i versamenti in conto capitale”.

Che possibilità ci sono riguardo il ricorso al Tas? Tale sentenza si può ridurre? “Non so cosa possa decidere il Tas ma: o comunica che la sentenza è ingiusta e la rimanda alla Uefa per una revisione della stessa, oppure la avalla e dunque la conferma. Di sicuro non può ridurre eventualmente l’unità temporale della squalifica perché quella è unica in questo caso”.

C’è il rischio di andar lunghi con i tempi? “Sì, ma suppongo si farà un calendario provvisorio e poi uno definitivo. Più che il Milan, questo fatto riguarda la Uefa”.

Può spiegarci perché la sentenza è stata scritta in maniera così poco comprensibile? “È una formula che la camera giudicante utilizza sempre: non vieni ammesso alla prima competizione Uefa per la quale ti sei qualificato. Loro sanno della qualificazione del Milan alla prossima EL ma hanno voluto adottare una sorta di “cuscinetto” per la stagione successiva”.

In caso di ribaltamento della sentenza da parte del Tas, il Milan verrebbe mandato a ridiscutere il SA con la Uefa? “Onestamente non saprei perché non so cosa il Tas potrà decidere. Qualora il Tas decida che la sentenza in questione sia esagerata dovrebbe rimandare il Milan alla Uefa perché non può prendere, credo, una posizione in linea con le altre decisioni che sono state prese in passato”.

Con un’altra proprietà sarebbe cambiato qualcosa? “Fosse stato un proprietario italiano forse si sarebbe fatto sentire in maniera diversa. Il problema maggiore di questa proprietà è che è fisicamente lontana e poco presente dal punto di vista politico. La proprietà ha pesato perché così è stato esplicitamente scritto nelle decisioni prese sia dalla camera investigativa sia dalla camera giudicante ma allora mi chiedo: da quando vengono giudicate le incertezze relative a una proprietà quando tutte le aziende possono essere acquistate o cedute?”

Nel caso si fosse chiusa l’operazione con una nuova proprietà, qualche emissario della stessa sarebbe potuto venire a Nyon? Elliott ha portato delle garanzie relative alla continuità aziendale? “Alla prima domanda non so rispondere perché sono fatti che riguardano la proprietà ed io ne sono al di fuori. La risposta alla seconda domanda è sì: Elliott ha presentato una lettera che garantiva la continuità aziendale”.

Qual è la ratio della norma che punisce il Milan con 1 anno di squalifica (recandogli un danno economico) a causa di un bilancio dissestato dalla precedente proprietà? “Deve esserci stato un cambio di indirizzo politico. La Uefa di Platini aveva introdotto il VA per questi club che avessero cambiato proprietà in modo che i nuovi proprietari non venissero ritenuti responsabili delle violazioni. Lo stesso Platini aveva detto a noi di non escludere i club, ove possibile, ma di riportarli all’interno di un percorso virtuoso che gli avrebbe permesso di rispettare i parametri del Fair Play Finanziario”.

Qual è la verità allora secondo lei? “Non saprei, cerco di dare semplicemente delle interpretazioni. Quando l’anno scorso facevo parte della camera investigativa il nostro intendimento era quello di tenere dentro i club e non di espellerli”.

C’è il rischio che, per una questione legata alle tempistiche, ricorrendo al Tas il Milan possa giocare la prossima EL ma rischi di non poter giocare la successiva competizione europea alla quale potrebbe qualificarsi nella prossima stagione? “Questa è una buona domanda alla quale faccio fatica a trovar risposta. Non so bene cosa farà la Uefa in merito alla posizione del Milan, ovvero se la congelerà in attesa della risposta del Tas oppure se escluderà il club rossonero preventivamente. Ecco, questa in effetti è un’altra buona motivazione del perché nella sentenza si parla di due stagioni”.

Sono tante le reazioni alla sentenza odierna della UEFA:

 

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