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Le statistiche ingannano: il Milan corre quasi quanto la Juve

Michele Neri

La classifica per km percorsi, come tutte le statistiche, non dice nulla se non contestualizzata. Qui un tentativo di interpretazione dei numeri del Milan

I dati statistici sono utili, ma solo se ben interpretati. Spesso i numeri schietti, senza una cornice, dicono poco delle qualità e dello stile di una squadra. E' un male percorrere meno chilometri in una partita? E' più forte una squadra che tira tante volte in porta? A queste domande non c'è una risposta. Il Milan in questo girone d'andata ha giocato a volte bene, altre male, altre malissimo. Sempre però è stato accusato di una condizione fisica precaria, con la classifica per chilometri percorsi alla mano. Tuttavia in questa particolare graduatoria troviamo numerose stranezze.

Il Diavolo è certamente, o lo era almeno prima degli allenamenti più intensi di Gennaro Gattuso, una squadra ancora in difficoltà, non troppo scattante, e quindi nemmeno così aggressiva su seconde palle, palle perse da recuperare immediatamente ecc... Se però nelle ultime sei compagini della classifica troviamo con i rossoneri, pure Roma, Juventus e Sampdoria non può allarmare il singolo dato. Dipende molto da come una formazione corre (bene o male) e ancor più da come essa è organizzata. Non stupisce dunque trovare in cima Inter e Atalanta. I nerazzurri hanno una buona coordinazione nel pressing e nei contropiedi hanno spesso innescato tutti assieme degli aratri veri e propri (Perisic, Candreva, Icardi e Vecino). La Dea dal canto suo fonda gran parte del gioco nella riconquista altissima del pallone con le marcature a scalare spesso fatte di anticipi super rischiosi ma che permettono grandi spazi una volta ripreso il pallone.

Perché allora il Milan è in fondo alla graduatoria? La partita di ieri è già abbastanza esemplificativa. Il Diavolo si è rifugiato per lungo tempo nella sua metà campo senza offendere né essere offeso. Tuttavia nonostante lo stile, a volte attendista, con Gattuso la media di chilometri percorsi a partita è aumentata e il Milan da penultimo è diventato terzultimo.

Un altro dato controverso riguarda i tiri in porta. Suso e compagni sono quarti per maggior numero di conclusioni nello specchio (e terzi in quella dei tiri totali). Eppure il Diavolo vanta l'undicesimo attacco in campionato. I tanti tiratori comprati in estate, da Calhanoglu a Biglia, passando pure per Kessié non hanno migliorato la mira del Milan. Da 143 tiri verso il portiere avversario sono nati solamente 24 gol. I rossoneri segnano dunque una volta ogni 6 tiri circa. Un numero abbastanza imbarazzante, che racchiude le conclusioni poco veementi dal limite del numero 10 turco, quelle di Rodriguez da oltre 25 metri, le imprecisioni di Kalinic, e altro ancora. Solo per farvi capire il paragone con altre squadre: il Napoli timbra ogni 3,95 tiri, la Juventus ogni 3,22, l'Inter ogni 4,26, la Roma 4,69. Il record è tuttavia della Lazio: 43 gol su 122 tiri per una media di una rete per 2,8 tiri!

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