- Calciomercato
- Redazione
archivio2018
dal nostro inviato al Golf Club Margara di Fubine (AL), Edoardo Lavezzari
Termina qui la cerimonia di consegna del Premio Liedholm 2018 a Leonardo.
Ancora Leonardo, tra passato e futuro: "Nella mia vita è sempre stato difficile fare programmi, sono partito giovanissimo, ma cose come il Giappone o l'Inter non erano programmate, sono state scelte dettate dalle emozioni. In Giappone sono andato perché c'era Zico. Col Milan una storia d'amore, dopo 4 anni da giocatore non stavo bene e sono tornato in Brasile a chiudere la carriera. Poi ho giocato la partita d"addio di Zvonimir Boban, sulla via del ritorno Berlusconi mi disse 'se sei nostro amico resta' e così ho fatto, per 5 mesi. Poi ho creato Fondazione Milan e fatemi dire che è una cosa a cui tengo particolarmente e sono davvero contento . Poi sono diventato allenatore perché me lo hanno chiesto, ma non era programmato. Come anche l'Inter, ci sono andato per Massimo Moratti. Io conoscevo bene l'ambiente Inter tramite i brasiliani e per la beneficenza con sua figlia Carlotta e lui mi ha sempre dimostrato tanta stima. Ora la mia quarta vita al Milan, dettata anche questa dalle emozioni".
Sui giovani: "Il Barcellona si è basato su una cantera per 10 anni. Il Milan ora ha una rosa fatta anche di tanti giocatori del settore giovanile, ma i nostri giovani sono troppo sotto pressione. Non è facile trovare in un 15enne il senso di appartenenza al suo club e se questo manca con lui abbiamo sbagliato tutto. Un altro problema è come gli allenatori lavorano coi giovani, che hanno esigenze diverse rispetto ai professionisti. Senza dimenticare che spesso le famiglie mettono pressioni forti già a ragazzi di 13/14 anni per questo dobbiamo fare molta attenzione in questa fase”.
Sull'interpretazione del ruolo da dirigente: "Il calcio è diventato un'industria molto importante, ma il 90% del calcio nel mondo non vive di questo glamour, ma senza emozioni si fa fatica. Ci sono tantissime squadre che investono e non vincono. Tradizione e valore hanno un grande peso. Ajax, Milan, Barcellona e Real Madrid hanno vinto negli ultimi 50 anni e avevano tutti dei motivi molto forte per stare assieme. L'orgoglio catalano, la visione di Silvio Berlusconi e Galliani, l'amicizia nell'Ajax di Johan Crujff. Il pubblico vuole le emozioni non i bilanci, il valore di una società non è legato solo ai bilanci, ma a quello che produce”.
Ora parla di nuovo Leonardo sulla differenza tra allenare e fare il dirigente: "È stata una ricchezza aver fatto tanti ruoli perché ora so dove sono i limiti tra una cosa e l'altra. Giocatori e allenatori vincono le partite, i dirigenti i campionati. È questa la differenza, la società deve essere equilibrata, guardare a lungo termine con la forza della propria idea. L'allenatore invece guarda al quotidiano e alla squadra, con dei ragazzi molto giovani ed è un'esperienza che mi è piaciuta. Ho fatto sei anni da assistente di Adriano Galliani è questa la mia vera università, quel Milan era una macchina perfetta di organizzazione e valori”.
Prende poi la parola Carlo Liedholm: "Ringrazio Leonardo per la disponibilità, quando l'ho conosciuto mi ha messo subito a mio agio ed è una qualità che aveva anche mio padre, sono contento che abbiano cose in comune”.
Sul suo palmarès: "Ho vinto tantissimo è vero, ma sono stato fortunato. Ho giocato con Zico, Romario, Bebeto e Ronaldo, sono questi i campioni...io ero solo in campo”.
Sulla morte di Ayrton Senna: "Per noi è stato davvero toccante, quando ci siamo visti a Parigi per un amichevole aveva detto che uno tra noi avrebbe vinto il quarto Mondiale. Per noi con quella squadra vincere il Mondiale sembrava impossibile, per questo quando abbiamo vinto il primo pensiero è andato a lui che era morto a maggio. La domenica che è morto è stata surreale, abbiamo giocato tutti, ma le partite sono finite 0-0, nessuno se la sentiva di segnare o gioire”.
Sul possibile arrivo di Lucas Paquetá al Milan: "Non ho nulla da dire".
Sul Premio Liedholm: "Forse questo premio rappresenta più Liedholm per me, io sono sempre stato un bravo ragazzo, ma forse è stato un limite a un certo punto per me. Adesso riesco a far uscire più chi sono davvero. Liedholm invece ha lasciato un segno indelebile, anche con la sua ironia, che invece a me manca completamente”.
Sul suo giapponese: "Non è facile da parlare, anzi. Però sono fonemi più facili rispetto all'arabo e al cinese, riesco a comunicare perché ci ho vissuto, ma non sono capace di leggerlo, ma non è facile”.
Ecco le prime parole di Leonardo: "Mia mamma è una figura veramente importante per me. I racconti di di me sono sempre più belli della realtà, oggi mi sono emozionato".
Il dirigente brasiliano del Milan ha preso posto sul palco allestito per la cerimonia, in compagnia degli organizzatori e dei figli del compianto Barone, Nils Liedholm.
Leonardo è arrivato presso il Golf Club Margara, tra poco riceverà il Premio Liedholm 2018.
Un altro rossonero, dopo Carlo Ancelotti, Paolo Maldini, Roberto Donadoni e Vincenzo Montella, è stato insignito del Premio Nils Liedholm: si tratta del brasiliano Leonardo, attualmente responsabile dell’area tecnico-sportiva del Milan. Oggi, al Golf Club Margara di Fubine, in provincia di Alessandria, Leonardo . Restate con noi per tutte le dichiarazioni in diretta dal palco della cerimonia!
SEGUICI SU: /// /// /// ///
© RIPRODUZIONE RISERVATA