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Dal nostro inviato a Milanello, Edoardo Lavezzari
Dopo la pesante sconfitta contro la Juventus nella finale di Coppa Italia, il Milan si rituffa in campionato e lo fa in una sfida delicatissima, decisiva per il futuro dei rossoneri. Domani alle 18, infatti, Bonucci e compagni saranno ospiti dell'Atalanta, in un match che può decidere la corsa al sesto posto e alla qualificazione diretta alla fase a gironi della seconda competizione continentale. Alle 13.30 nella sala stampa di Milanello, Gennaro Gattuso incontrerà i giornalisti per la consueta conferenza stampa pre-gara: restate con noi per non perdervi nemmeno una parola del mister!
Termina qui la conferenza stampa di Rino Gattuso
Sui cali di tensione: "Quando dico che l'esperienza non si compra e che 7/8 mesi al top non si potevano fare lo sapevo. Ricordate come faticavamo a giocare dopo aver rifatto la preparazione da zero e facevamo fatica a correre. Alcuni giocatori hanno fatto 50 partite, non è normale. Poi io so che molte responsabilità sono mie, ma certe cose possono succedere con i giocatori più esperti, figuriamoci coi giovani. Qualcosa adesso si paga, poi vedremo tra 7 mesi, 8 mesi o un anno. Adesso abbiamo giocato partite con squadre forti e qualcosa di buono si è visto. Il problema è paragonare il Milan di un tempo con quello di oggi, non si possono fare i paragoni. Se poi a rimettere ci sarò io... pazienza. Continuerò a fare questo lavoro, ma adesso la cosa importante è toccare con mano a anche le cose buone. Il 4-0 è bugiardo, non esiste. Abbiamo preso 4 pappine per gli errori singoli, ma non è tutto da buttare. Ora non si possono fare i paragoni col passato, ma non possiamo più piangerci addosso e lavorare, anche la Juve ha avuto quattro o cinque anni senza coppe. Serve qualche lacrima e qualche bruciore in meno e lavorare".
Sulle motivazioni prima della finale: "Per 55 minuti si è visto tutto, poi abbiamo anche beccato la migliore Juventus degli ultimi due mesi. Poi avevo la sensazione che loro potessero farci sempre male. Non è un caso che loro vincano da 7 anni consecutivi, poi lo sapevamo e sapevamo che serviva la partita perfetta per giocarcela. Nelle due partite della mia gestione la siamo giocata a lungo. Poi io avevo paura potessero farne sette o otto perché la Juventus non si è fermata e ha creato, ma pure noi potevamo fare gol".
Sul dibattito se sia meglio 7° o 8° posto: "Nessun dibattito per me. Il Milan finirà la stagione con 57 partite. Se si arriva settimi il primo impegno è il 26 luglio, ma non vai in ritiro l'11 giugno. Non fasciamoci la testa, vedremo. Io comunque voglio giocare due volte a settimana anzichè una, preferisco andare in Europa che stare a casa".
Sullo spirito: "Come dicevo prima, abbiamo giocato un buon calcio per 55 minuti: come in tutte le partite importanti dell'anno e dobbiamo ripartire da qui, dalle cose buone. Non è tutto da buttare via, ma dobbiamo lavorare sulla mentalità, sull'attenzione. Abbiamo sbagliato tutti, anche io, dobbiamo limitare assolutamente gli errori".
Sulla classifica: "Avrei fatto di tutto per vincere la Coppa e la paura più grande è quella di non vincere. La difficoltà più grande è come arriviamo fisicamente e mentalmente a questi 180 minuti. Bisogna mettere i ragazzi in condizione di arrivare alle due partite con tanta voglia di giocare quelle due partite".
Ancora su Donnarumma: "Di mercato parlate con Mirabelli e Fassone, io sono l'allenatore. Poi voi dimenticate l'età dei ragazzi e guardate solo allo stipendio, ma Donnarumma ha 19 anni e per giocare a calcio serve tranquillità. Donnarumma non è tranquillo e questo pesa. Prima della finale ho sentito cose incredibili, incontro col PSG e cose simili. Se poi queste cose vengono dal suo entourage non lo so, ma non importa. Ho fatto il calciatore per 20 anni, so benissimo che i problemi personali influiscono sulle prestazioni".
Sulla formazione di domani: "Per giocare con questo modulo servono determinati giocatori. Se vogliamo esterni tecnici, Suso e Calhanoglu hanno quelle caratteristiche e se voglio giocare con il 4-3-3, quelli che uso più spesso è perché mi danno più garanzie".
Sulle squadre B: "Sono qualcosa di straordinario, ma non lo ha inventato uno scienziato...quando sono andato a Glasgow, 21 anni fa già, c'erano e in Spagna ci sono da anni. È una possibilità in più per crescere, far respirare una certa aria ai giocatori. L'importante è poi è mantenere alto il livello del campionato".
Sui giovani e gli allenamenti: "Molti si fermano dopo gli allenamenti per fare lavoro in più e tutto questo mi piace, poi analizziamo le partite. A inizio partita la gamba tremava un po'con la Juve, ma è normale. In questi mesi ho visto che tanti ragazzi sono cresciuti e lo dico sinceramente quando dico che questa squadra ha una grande ossatura. Quello che manca sono giocatori affermati che diano l'esempio".
Su André Silva: "Ha grandi qualità, il suo talento è innegabile, ma deve fare molto di più. Quando hai voglia di giocare e migliorare, devi dimostrarlo anche in settimana, oltre che in campo".
Su Donnarumma: "Ieri ha voluto parlare alle telecamere, si è assunto tutte le sue responsabilità. E' un dato di fatto che ha commesso due errori, ma fa parte dello sport, il bello è che puoi rifarti subito".
Sul morale: "Ieri abbiamo fatto un grande allenamento, non me l'aspettavo, questi giorni si è lavorato sulla testa dei ragazzi, gli ho detto di non pensarci. E' normale che siano sconfitte che bruciano, specialmente a chi ha commesso qualche errore. Non dobbiamo però dare colpe a nessuno, il primo responsabile sono io. In questo momento dobbiamo metterci a disposizione di chi ha pagato qualcosa. Serve disponibilità nel farsi trovare pronti".
Sulla partita di domani: "E' tutto l'anno che l'Atalanta è in forma, hanno grande mentalità e forza fisica. Domani dobbiamo ripartire dai primi 55' contro la Juventus, che abbiamo giocato bene. Dobbiamo fare attenzione alla loro forza fisica, non lasciano un centimetro. Vengono sempre in avanti, bisogna giocare tecnicamente bene, con veemenza, senza perdere palla in uscita, altrimenti ti ammazzano".
Sulla visita di ieri di Boban: "E' venuto a parlare con la società di questo nuovo progetto. Mi ha fatto piacere, abbiamo parlato anche degli anni insieme. Sono rimasto colpito dal progetto del Mondiale per Club ogni quattro anni".
Si inizia con la reazione al ko con la Juve: "Ho visto tanta delusione, si toccava con mano già nello spogliatoio dell'Olimpico. La delusione era per i nostri tifosi, per non aver vinto la finale. Da parte mia c'è stata tanta lucidità, sapevo già da prima della partita contro la Juve che avremmo avuto 180' di fuoco contro due squadre che stanno benissimo. Ho detto alla squadra di accantonare la delusione, perchè ci stiamo giocando ancora tanto. Fa parte dello sport, l'ho vissuto sulla mia pelle anche da calciatore. Abbiamo il dovere di arrivare in Europa League".
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