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Un'estate pazzesca, quella del Milan: il club è passato da Yonghong Li e dalla nebulosa proprietà cinese, al fondo Elliott Management Corporation, . Nel frattempo, come era logico attendersi, sono cambiati anche tutti (o quasi) i dirigenti: in particolare, non ricoprono più alcun incarico in società Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, sostituiti, in sostanza, dai prestigiosi ritorni al Milan di Leonardo e Paolo Maldini.
In questi due mesi di continui stravolgimento, una cosa è rimasta, a conti fatti, inalterata: la situazione di Manuel Locatelli. A metà del mese di luglio, infatti, l'amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, si era recato a Milanello per incontrare l'allora direttore sportivo Mirabelli per gettare le basi dell'operazione di acquisto del giovane centrocampista originario di Lecco: un affare impostato sui più bonus ed eventuale diritto di ricompra in favore dei rossoneri.
Quindi, l'avvento, impetuoso, di Elliott, aveva, di fatto, : la politica del fondo statunitense prevede, infatti, di puntare su elementi giovani (Locatelli è un classe 1998), per costruire l'ossatura della squadra del futuro e, nell'eventualità in cui questi non dovessero rivelarsi adatti, avere la possibilità di rivenderli sul mercato a prezzo conveniente per il bilancio. Ora, però, nonostante le dichiarazioni di Leonardo, che avrebbe voluto trattenerlo a Milanello per completare il suo percorso di crescita, il giocatore, complice anche , è tornato sul mercato.
Anzi, di più. Milan e Sassuolo, infatti, avrebbero già ai neroverdi in prestito oneroso (2 milioni di euro) con obbligo di riscatto (fissato a 10 milioni di euro) e bonus (2 milioni), per un totale di circa 14 milioni di euro messi a bilancio: un'operazione sicuramente intelligente, per un Milan che necessita di soldi e spazio, tanto in rosa quanto salariale, per irrobustire il reparto degli esterni d'attacco e coltivare il 'pensiero stupendo' Sergej Milinković-Savić. Ma anche per il ragazzo, che in Emilia giocherebbe, finalmente, titolare fisso ed avrebbe dunque la possibilità di dimostrare realmente quanto vale nel massimo campionato.
Ironia della sorte, Locatelli aveva segnato il primo dei suoi due gol in Serie A, lo scorso 2 ottobre 2016, proprio al Sassuolo: un missile terra-aria, di controbalzo, di esterno sinistro, ad infilarsi sotto il sette di Andrea Consigli che diede il 'la' alla rimonta rossonera, da 1-3 al 4-3 finale per il Diavolo a San Siro. Proprio quel mese, ottobre 2016, fu magico per Locatelli il quale, il 22, sempre a San Siro, questa volta di destro, nell'altra porta, trafisse Gianluigi Buffon per l'1-0 con cui il Milan ebbe la meglio sulla corazzata Juventus.
Due bolidi che portarono Locatelli alla ribalta, nazionale ed internazionale: osannato da tutti come potenziale regista del futuro, il numero 73, in questi ultimi due anni, però, non ha saputo, obiettivamente confermare le aspettative. Tante panchine, tante occasioni non sfruttate, troppa irruenza, qualche ammonizione di troppo e, più in generale, la sensazione di una crescita arenatasi di botto, tanto improvvisamente quanto il ragazzo aveva iniziato a brillare. 22 mesi, circa, nei quali il Milan si sarebbe convinto di come si possa tranquillamente fare a meno di Locatelli.
Nell'operazione messa in piedi in queste ore con il Sassuolo, infatti, , che, dunque, perderebbe il controllo sul ragazzo da lunedì in poi, giorno in cui Locatelli, che non è partito per Madrid con il resto della squadra, dovrebbe effettuare le visite mediche con il suo nuovo club e poi firmare il contratto che lo legherà alla sua nuova società. E, perché no, metterlo, di fatto, nei radar della Juventus, estimatrice di Locatelli, società in ottimi (eufemismo) rapporti con il Sassuolo. Adiós definitivo di Locatelli, dunque, ai colori rossoneri: una separazione che, a quanto pare, arriverà senza rimpianti da ambo le parti ma con reciproca soddisfazione. Se sarà stata la mossa giusta, tanto, lo dirà soltanto il campo. Il Milan, nel frattempo, resta vigile sul mercato:
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