In questi giorni Silvio Berlusconi, in piena campagna elettorale, sta tornando spesso a parlare di Milan utilizzano il solito ritornello: lo vorrebbe vedere in campo con due punte ed una mezzapunta alle loro spalle. Anche ieri l'ex Premier ha voluto dare una piccola stoccata a Gennaro Gattuso, suo pupillo, 'accusandolo' di non recepire i suoi continui dettami tattici.
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L’opinione – “Gattuso, l’anarchico che non accontenta lo schema di Berlusconi”
Sull'edizione odierna di 'Repubblica' i colleghi Enrico Currò e Stefano Scacchi hanno analizzato così la singolar tenzone: “Stavolta, rispetto ai tempi di Alberto Zaccheroni, Carlo Ancelotti, Massimiliano Allegri, Siniša Mihajlović e Vincenzo Montella, l’incandidabile leader del centrodestra alle politiche ha ufficialmente venduto ai cinesi il club: dovrebbe dunque parlare da illustre tifoso. Invece alimenta in chiave politica la percezione della propria eternità come Presidente, approfittando del nuovo, debole management e dell’impalpabile figura del suo successore Yonghong Li. Ma la vera differenza è che Gattuso, per quanto figlio dell’era berlusconiana, è provvisto di personalità così spiccata e autonoma che i tifosi lo considerano l’incarnazione del senso di appartenenza perduto: un simbolo unificante, un ponte tra Gianni Rivera e Gianluigi Donnarumma, tra il pre e il post Berlusconi”.
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