- Calciomercato
- Redazione
archivio2018
A metà dello scorso luglio, il gong di fine mercato era distante meno di un mese. La piazza rossonera era, a dir poco, di umore negativo. Dubbi societari, incertezza della dirigenza, un futuro europeo tutto da scrivere, con l'ombra della Uefa che faceva sempre più paura, e un mercato che stentava a decollare. Difficile essere soddisfatti davanti ai soli colpi Strinic, Reina e Halilovic. Con il cambio di proprietà, invece, tutto è cambiato: il Tas ha riammesso i rossoneri in Europa League, la dirigenza è cambiata e la piazza ha ripreso ossigeno ed entusiasmo.
Il 25 luglio, in tutto questo, potrebbe essere la data simbolo: il Milan ufficializza il ritorno a casa di Leonardo, accolto da molti con scetticismo. L'ex giocatore e allenatore, però, inizia da subito a lavorare duro e risponde con i fatti. Ascolta e soddisfa il desiderio di ritorno a casa di Bonucci, mettendo in piedi uno scambio magistrale con la Juventus, guadagnando il cartellino di Caldara e riportando finalmente a Milano un bomber degno di tale nome, Gonzalo Higuain.
Ad inizio agosto, poi, ecco anche l'arrivo di Maldini, braccio destro di Leo. E con lui ecco nuove operazioni: via un'altra fetta del mercato cinese, con gli addii di Kalinic e André Silva (a cui si aggiungono quelli di Bacca e Locatelli) e dentro Bakayoko e - a breve - Castillejo e Laxalt. Una mini rivoluzione sensata e razionale, basata sui paletti del FFP e su spese intelligenti. Il tutto in poche settimane: lavoro e logica, Leo e Paolo hanno costruito un Milan solido e competitivo.
SEGUICI SU: /// /// /// ///
© RIPRODUZIONE RISERVATA