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Milan a metà: tra rimpianti, rabbia e voglia di crescere

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan
Il Milan gioca una grande partita, ma per l'ennesima volta torna a casa dall'Allianz Stadium a bocca asciutta. La strada è giusta, ma ancora molto lunga

Edoardo Lavezzari

"Sono qui che sorrido come un ebete, ma la verità è che questa sconfitta brucia" così Gennaro Gattuso, , al termine di , un match che potrebbe fare da spartiacque nella stagione rossonera e non solo. La partita dell'Allianz, in misura ancora maggiore rispetto al doppio impegno di Europa League contro l'Arsenal, ha dato indicazioni chiarissime sul momento storico dei rossoneri. Il "Milan" è un progetto di grande squadra, capace di giocare alla pari, o addirittura di mettere sotto, contro avversari di ben altra caratura e costruiti per vincere a livello nazionale e continentale, ma ancora non è in grado di reggere l'urto nel corso di una partita intera o di un doppio confronto. La differenza di qualità nella rosa di Milan e Juventus è evidente, soprattutto nella panchina (e ieri la differenza a livello di impatto avuto da Cuadrado e Kalinic, per fare due nomi a caso tra chi è subentrato a partita in corso, è stata nettissima), ma Gattuso ha, giustamente, voluto puntare il dito su altre questione, non concedendo a sé stesso e ai suoi ragazzi nessun alibi: "Se Calhanoglu invece di lamentarsi avesse mosso il culo..." il tecnico calabrese, mettendo in chiaro, una volta per tutte, come questa squadra abbia ancora margini di crescita importanti e la sensazione è che abbia ragione.

Ieri il Milan ha giocato una grande partita, per circa un'ora, per poi spegnersi lentamente. Da una parte i bianconeri, sapientemente guidati dai cambi di Max Allegri, mettevano le marce alte, il "Diavolo" si trovava a fare i conti con un pizzico di sfortuna (una costante nella stagione rossonera), un evidente calo fisico e soprattutto con un baricentro che tendeva ad abbassarsi sempre più e a una minore lucidità nelle ripartenze. Il passaggio alle due punte, con un 4-4-2 ormai ben collaudato, non è servito a cambiare la musica per il "Diavolo" che ha concesso due gol forse evitabili, sicuramente nati da un atteggiamento un po' troppo remissivo e da qualche distrazione di troppo. La sensazione rimasta negli occhi di chi guardava la partita è che forse il Milan, prima ancora che un calo fisico, abbia pagato un calo mentale e questa non è stata la prima, probabilmente non sarà nemmeno l'ultima, volta in cui è successo ed è questo l'aspetto cui i rossoneri dovranno crescere di più e più in fretta.

Se possibile già a partire da mercoledì perchè il derby, oltre a riaccendere speranze di andare in Champions League, potrebbe riportare fiducia a una squadra che, nel giro di poche settimane, si è trovata a subire due pesanti sconfitte tra campionato e coppa, nonostante due ottime prestazioni contro avversari di primissima fascia. E la fiducia, per un gruppo così giovane, è forse la cosa più importante per provare a tornare a essere una squadra competitiva ai massimi livelli.

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