La solitudine dei numeri primi. L'assenza dei numeri uno. Uno dei temi che emerge dopo la sconfitta contro l'Arsenal è sicuramente la mancanza delle individualità, di quei giocatori che avrebbero potuto fare la differenza. Il primo è sicuramente Suso, per non parlare di Çalhanoğlu e Bonaventura. Non è mancata soltanto l'esperienza, ma quello spunto in più che i migliori del Milan avrebbero potuto dare. La differenza, soprattutto in Europa, è davvero minima.
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Milan-Arsenal, la solitudine dei numeri primi
SUSO - Ha provato qualche uno contro uno, ma senza riuscirci. Voleva fare qualcosa, ma è mancato proprio nell'ultimo tocco. Deve fare meglio, deve fare qualcosa di più. Altrimenti il Milan non ha idee. Quando ha deciso di giocare al centro, i suoi strappi hanno fatto male. Ma a parte quelle due o tre azioni solitarie, lo spagnolo è mancato nel dribbling finale, quello decisivo. Era in una partita no, e si è capito quando in due occasioni si è trascinato il pallone sul fondo.
BONAVENTURA - Anche il numero 5 ci ha provato continuamente. Ma ad un certo punto Gattuso gli ha urlato di cambiare gioco. I tiri da lontano non spaventavano Ospina, non si è mai inserito per poter far male. Doveva fare qualcosa di più, doveva dare più qualità a centrocampo. La sua presenza non c'è stata, doveva dare un passo in più ad un Milan che sembrava stanco e sulle gambe.
ÇALHA "NO" GLU - Sulla catena di sinistra sono arrivati i pericoli maggiori, almeno nei primi minuti del match. Chambers ha sbagliato diversi palloni, ma né il turco né Bonaventura ne hanno approfittato. Serviva maggiore grinta, soprattutto nel momento chiave della sfida. Ma il gol ha tagliato le gambe anche a chi le sa far girare bene. Con la speranza che a Londra non manchi nessuno. Non serve solitudine, ma soltanto un collettivo.
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