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Milan, Biglia e Romagnoli: le certezze da cui ripartire

Alessio Romagnoli Milan
L'argentino è il vero allenatore in campo e il giovane capitano italiano si sta mostrando il leader difensivo che il Milan da tempo cercava

Redazione

Di Valerio Paini

In un Derby, come quello di domenica sera, dal sapore amaro per i rossoneri c'è, come ha anche dichiarato Gennaro Gattuso nell'immediato post partita, qualche nota positiva da cogliere e dalla quale è necessario ripartire. Al di là dei molti difetti mostrati, sicuramente è invece da salvare la compattezza di una squadra che, nell'arco dei 90 minuti, ha saputo mantenersi corta e accorta, andando a chiudere ogni linea di passaggio per intasare il gioco dell'Inter nella metà campo avversaria. Il merito di ciò è sicuramente da attribuire a quei giocatori capaci di tenere il controllo della squadra soprattutto in fase di non possesso, ossia Lucas Biglia e Alessio Romagnoli.

L'argentino ha preso sin subito le redini del Milan all'interno della partita ma lo scontro di gioco con Radja Nainggolan ne ha condizionato immediatamente l'operato: “E’ una giocata di campo, può succedere, l’arbitro giudica quello che vede, ma la VAR deve fare meglio. Ho parlato con l’arbitro per fargli vedere come era messo il mio ginocchio e la mia caviglia. Rosso per Nainggolan? Non devo giudicare io, ma l’arbitro o la VAR che vede. A me ha condizionato giocare 70 minuti senza sentirmi bene”. Un episodio che ha intaccato la sua prestazione che, nel complesso, si può comunque giudicare positiva per come Biglia ha saputo dirigere la linea di centrocampo rossonera nelle chiusure preventive, soprattutto ai suoi lati dove si trova il punto debole del Milan, costringendo l'Inter a un gioco piatto e inconcludente in costruzione. Un giocatore sempre più presente, allenatore in campo e leader fuori: “Siamo delusi, brucia. Dobbiamo rialzarci subito, giovedì dobbiamo ripartire. Di fronte avevamo una squadra fisicamente fortissima, sapevamo sarebbe stata una gara di botte e duelli. Non siamo riusciti a fare ciò che ci contraddistingue, il giropalla e l’uscita rapida del pallone. Succede, a volte succede quando affronti le grandi. Dobbiamo resettare, ripartire, rialzarci e tenere ben in mente l’obiettivo che dobbiamo raggiungere”, un'analisi lucida e disincantata a dimostrazione della sua intelligenza calcistica.

Discorso simile per Alessio Romagnoli, forse il migliore in campo nella fila rossonere per l'impegno nel tenere la linea difensiva, per come ha contrasto Mauro Icardi, a volte con salvataggi miracolosi, e per come ha sventato le imbucate e, soprattutto, i cross interisti con un'ottima posizione e buona fisicità. Ha guidato sino all'ultimo la difesa rossonera risultando incolpevole nella sconsiderata azione finale nella quale era andato a contrastare Matias Vecino, scalando fuori posizione fino a fuori area di rigore e non potendo quindi nulla sul colpo di testa di Mauro Icardi a centro area. Da quando ha la fascia da capitano il Milan prende sempre gol ma la sua leadership non è in discussione, anzi acquisisce consensi di giorno in giorno per la sua capacità di gestione nonostante la sua età.

In definitiva, i rossoneri sono ora di fronte a partite complicate nelle quali l'obbligo è quello di vincere per non perdere ulteriori punti. Dal canto suo Gennaro Gattuso dovrà ritrovare la quadratura del cerchio per non incappare in altri passi falsi, e per farlo dovrà affidarsi proprio a Biglia e Romagnoli, leader silenziosi in campo e fuori.

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