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1) LO SGUARDO DELLA SOCIETÀ - Tutto quello che è accaduto da aprile a fine anno è un grande patrimonio di esperienza per il management rossonero. Ma anche e soprattutto di slancio verso i prossimi impegni, a partire dalla fiducia che si inizia ad avvertire sul fronte del rifinanziamento. Il calcio sa essere generoso ma anche sfuggente e la prova del campo non sempre è qualcosa di razionale. Che il Milan voglia proseguire la sua strada non solo con entusiasmo ma anche con duttilità, lo dimostra la disponibilità ad affrontare tutti i fronti aperti, anche quelli più sensibili, come, oltre al rifinanziamento, per il quale non c'è fretta alcuna, il settlement primaverile. Senza però fare mai passi indietro sul rafforzamento della società, come conferma la proposta a Ricardo Kaká, grande promessa a livello dirigenziale dopo le grandi cose fatte sul campo.
2) LA SQUADRA NEL SEGNO DEL GRUPPO - L'integrazione in un nuovo gruppo, come la chimica fra le proprie doti e quelle che si riesce ad esprimere in nuovo ambiente: non sono mai scintille che vanno date per scontate. Bisogna raggiungerle, anche soffrendo, anche sotto il fuoco di fila di giudizi mediatici negativi financo sulla propria dignità personale e i duri sfoghi che provengono dai tifosi. Ma giocatori importanti e uomini maturi come quelli rossoneri, proprio perchè hanno vissuto tutto questo, devono imporre a loro stessi di non averlo vissuto invano. Contro Inter e Fiorentina ci sono stati due passi in avanti, ma per la vera, grande, riscossa ci vogliono ancora altri sforzi.
3) IL MILAN E SAN SIRO - Lo stadio dei sessantamila di Milan-Craiova a inizio agosto era un grande ritrovo estivo di entusiasmo, di orgoglio e di assenso alla grande campagna acquisti estiva. Quello stesso stadio, sempre per amore e solo per amore, durante il campionato si è rilevato duro e severo nei confronti di alcuni giocatori ma anche della squadra nel suo complesso. Proprio per questo San Siro è vita vera, uno stadio che mette alla prova come nessuno. Averlo al proprio fianco può dare un gol di vantaggio in ogni partita. San Siro non regala nulla, proprio per questo conquistarlo nel 2018 potrebbe essere ancora più bello.
4) L'ITALIA E L'EUROPA - Sono tanti gli impegni che attendono il Milan, dopo la prima gara del 2018 contro il Crotone a San Siro e dopo la pausa di metà gennaio. Tante sfide in Italia e il doppio confronto dei sedicesimi di finale di Europa League contro i bulgari del Ludogorets. Sono le tappe forzate e gli appuntamenti ravvicinati del grande calcio e del suo impegnativo calendario. Bisogna saperle affrontare di corsa in campo e di slancio nella metabolizzazione di un risultato via l'altro. Mai adagiarsi e mai deprimersi. Un'anima calcistica e uno spirito riconoscibile con continuità, è questo il grande obiettivo dei primi mesi del nuovo anno rossonero.
5) CARO 2018... - Ebbene sì, si è sofferto tanto negli ultimi mesi del 2017, prima della grande gioia di Cutrone e prima del pareggio di personalità di Calhanoglu. Ma il calcio non è mai definitivo, è in continuo movimento per sua natura. Sia i cicli negativi che quelli positivi possono essere lunghi, ma iniziano e finiscono. Al 2018 chiediamo altre notti come quella del Derby decisivo di TIM Cup. La speranza è che il 2018 possa rivelarsi un anno di opportunità, magari come il 1998, anno che finiva a sua volta per 8, in cui il club passò rapidamente da un decimo posto a porre le premesse per la conquista dello Scudetto nell'anno successivo. Perché il calcio è questo e anche il 2018 lo sa.
Fonte: acmilan.com
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