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Milan, dal caos di Montella allo zoccolo duro di Gattuso

Michele Neri

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan dal 27 novembre, ha deciso di fare il contrario di Montella. Gerarchie stabilite, gioca (quasi) sempre lo stesso 11

Da quando è arrivato, il day after di un triste Milan-Torino terminato 0-0, Gennaro Gattuso ha stravolto gli equilibri posti da Vincenzo Montella, o forse, per meglio dire, ha dato ordine al caos. Come scrive "Tuttosport" questa mattina, tra le più evidenti differenze che segnano il confine tra Ringhio e l'Aeroplanino c'è proprio il differente utilizzo della rosa. L'attuale tecnico del Siviglia non era riuscito a stabilire delle gerarchie e quando è stato esonerato un numero impietoso lo crocifiggeva: 23 formazioni diverse in 23 gare.

L'ex numero 8 del Milan di Carlo Ancelotti ha compreso, invece, che serviva un'inversione di tendenza. Probabilmente ispirato dal calcio in cui giocava lui, dove ogni squadra aveva degli "intoccabili", ha stabilito i punti fermi della formazione. Certamente poi, come spesso ribadisce Gattuso, chi si allena bene in settimana può giocare in campionato. Ma non c'è dubbio che alcuni pezzi siano diventati oramai "titolarissimi".

La prima colonna è Gianluigi Donnarumma, anche quando avvolto da numerose polemiche. L'estremo difensore tuttavia non è l'esempio migliore per evidenziare il cambio netto avvenuto con il passaggio da Montella a Gattuso. Infatti è sempre stato inamovibile. In difesa invece si notano alcune rivoluzioni. Intanto il modulo con la retroguardia sempre formata da 4 uomini. Niente Mateo Musacchio, niente Cristian Zapata, niente ballottaggi. Al centro giocano Leonardo Bonucci e Alessio Romagnoli. E così pure Ricardo Rodriguez è diventato insindacabile. Le uniche rotazioni riguardano la fascia destra, almeno fino a quando Andrea Conti non sarà tornato.

Il quotidiano torinese pone poi l'accento su centrocampo e attacco. In questi due reparti le possibilità di vedere risparmiato Franck Kessié, Jack Bonaventura o Suso sono veramente minime. Nemmeno la stanchezza è un motivo valido per far giocare qualcun altro. Rimangono variabili quindi solo il ruolo del playmaker, della punta e dell'ala sinistra. Riguardo il primo, Gattuso sta tentando di recuperare il miglior Lucas Biglia, ancora mai visto da quando è arrivato in rossonero. L'argentino è tornato rinvigorito dalle vacanze, sente l'odore del Mondiale, e pare avere un atteggiamento diverso, più combattivo. Potrebbe dunque cancellare ogni dubbio e chiudere il bando pure per la postazione del mediano.

Il centravanti rimarrà sempre un dilemma. Patrick Cutrone, Nikola Kalinic e André Silva agli occhi del mister partono quasi alla pari: difficile cogliere chi sia meglio di chi, anche perché il peso dei soldi spesi veglia su ogni scelta. Infine, l'ala sinistra. Fabio Borini o Hakan Calhanoglu? L'impressione è che di questo passo sarà serrato anche l'accesso a questo ruolo. Il turco, con la numero 10, nelle ultime gare è apparso in grande spolvero. Sta maturando un buon feeling con i compagni di fascia, anche se lentamente, e a breve potrebbe diventare un elemento di riferimento per Rino, che da sempre crede nelle sue potenzialità.

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