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Milan, è davvero conveniente non andare in Europa? I pro ed i contro

Daniele Triolo

Il Milan è stato scavalcato al sesto posto in classifica dall'Atalanta e comincia a serpeggiare il sospetto che non voglia giocare l'Europa League...

VOLATA EUROPEA

La sconfitta interna contro il Benevento ha fatto perdere al Milan tutto il vantaggio accumulato, nei primi tre mesi di questo 2018, nei confronti delle contendenti per un posto in Europa League. L'Atalanta, infatti, battendo in casa il Torino, ha scavalcato i rossoneri in classifica e si è issata in sesta posizione: un piazzamento che, al momento, garantirebbe agli orobici l'accesso diretto alla competizione europea rimandando i rossoneri a giocare, per la seconda annata di fila, i turni preliminari di fine luglio. Tra i tifosi, sui social, comincia a serpeggiare il sospetto che il Milan, dopo aver perso matematicamente la qualificazione in Champions, non voglia andare in Europa League: ma perché? E' così 'conveniente' non andare in Europa? Analizziamo i pro ed i contro.

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Non partecipare alle coppe europee, nella stagione 2018-2019, sarebbe un toccasana per il proprietario e Presidente del Milan, Yonghong Li, che potrebbe respirare in ottica del rifinanziamento del debito di 303 milioni di euro più interessi nei confronti del fondo Elliott Management Corporation. In questi giorni, infatti, l'amministratore delegato del club rossonero, Marco Fassone, sta facendo una corsa contro il tempo per chiudere, a breve giro di posta, l'operazione economica alle migliori condizioni per il Milan e per la holding del Presidente, la Rossoneri Sport Investments Luxembourg. Questo perché, sulla società di Via Aldo Rossi, pende come una spada di Damocle la sentenza UEFA sul settlement agreement. Non andando in Europa, però, il Milan non dovrebbe più dare conto alla UEFA sul rifinanziamento, potendo operare con tempistiche meno stringenti e, soprattutto, non andrebbe incontro né a probabili sanzioni economiche né a possibili restrizioni in sede di mercato.

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Bisogna, però, considerare anche l'altra faccia della medaglia. Non qualificarsi neanche per l'Europa League, dopo aver speso qualcosa come 230 milioni di euro sul mercato, di fatto, farebbe perdere enorme credibilità alla nuova proprietà ed al nuovo management rossonero, già costantemente sotto accusa da una parte dei sostenitori del Milan. In più, il Milan, inevitabilmente, perderebbe appeal sul mercato e molti calciatori accostati di recente alla società meneghina, Jack Wilshere e Bernard, per fare due nomi, potrebbero optare, a ragion veduta, per scegliere altre destinazioni. Per non parlare di quelli che, già 'in casa', potrebbero decidere di fare le valigie per giocare finalmente la Champions League (Jesús Suso e Gianluigi Donnarumma), oppure per dare nuovo slancio alla propria carriera (Leonardo Bonucci). Infine, giova ricordare come non giocare le coppe europee causerebbe un effetto domino sulle casse della società, che andrebbe giocoforza a perdere introiti al botteghino più bonus dalle sponsorizzazioni, e sul valore patrimoniale del parco giocatori, che si svaluterebbe.

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E voi, lettori di 'PianetaMilan.it', cosa ne pensate di questa situazione? Credere che il Milan non voglia giocare l'Europa League per i vantaggi prima citati sia un retro pensiero plausibile? Votate, esprimete il vostro parere e, se volete, motivate la vostra scelta nei commenti a questo articolo.

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