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La numero 10 è una maglia particolare. Ha un fascino che le altre non hanno. E infatti i bambini quando devono scegliere la divisa per la partita, nell'età e nelle categorie in cui ancora non ci sono numeri fissi e cognomi, vanno alla caccia proprio della dieci. E' un po' come la 23 per il basket. E' quella che trovi sempre nei film e nei cartoni animati che parlano di questo sport. Per non parlare poi del valore che ad essa conferiscono club e nazionali del Sudamerica, Brasile e Argentina su tutte.
Se guardiamo il passato del Milan i vari Rivera, Gullit, Boban, Rui Costa, Savicevic e Seedorf hanno aiutato a rendere magico questo numero. Nel presente, o passato recente, invece stava un po' scemando tutta la favola. Dopo l'esperienza di Honda, si temeva che la 10 subisse un altro oltraggio con Calhanoglu. Invece, come scrive quest'oggi "Tuttosport", il turco dopo mesi difficili pare aver iniziato ad onorare il peso della maglia.
Hakan ha vissuto quattro mesi di nulla, di anonimato puro, prima di far pensare a qualche tifoso di valere. Se non il costo del cartellino, che poi ai tempi odierni non significa più nulla, almeno il prezzo del biglietto delle partite. E' ancora lontano dalla forma migliore, anche a causa di un problema al polpaccio che lo ha frenato, ma ha dimostrato di possedere tutti quei valori che erano stati messi in discussione: tecnica, dedizione, voglia di sacrificio. Sulla prima non ci sono mai stati troppi dubbi, anche se tutti aspettano ancora il fatidico gol su punizione, specialità del turco. Sulle altre due componenti probabilmente è stato decisivo anche l'intervento di Gattuso. Come riporta il quotidiano torinese, dall'arrivo di Rino il 10 non si è mai fermato, e ha lavorato senza sosta.
Il duro lavoro ha portato subito dei frutti. Prima nel derby, poi a Firenze, da subentrato ha lasciato il segno. Contro l'Inter ha portato in campo ossigeno, e soprattutto tanta capacità di palleggio che è tornata utilissima dopo il vantaggio di Cutrone per stancare ulteriormente i cugini. Contro la Viola invece, il suo contributo è stato ancor più tangibile perché è riuscito a sfondare la porta di Sportiello e a riportare il Milan in parità. Ora ci sono tutti i presupposti perché il 2018 inizi al meglio. A San Siro nella sfida al Crotone può sbloccarsi davanti ai propri tifosi.
Il problema nel primo periodo è stato su più fronti. Sicuramente la condizione fisica non era ottimale, dopo la squalifica che aveva dovuto scontare da gennaio fino a fine stagione. Poi ha avuto difficoltà con la lingua, e quindi a comunicare con i compagni e con lo staff. E, infine, pure la tattica ha creato scompiglio. Nel 3-5-2 di Montella non aveva una collocazione chiara: mezzala, ma falso trequartista, che però non poteva lasciare scoperta la linea mediana. E quindi sembrava proprio un giocatore caotico, in balia degli avvenimenti. Adesso nel 4-3-3 è più a suo agio. L'ex Leverkusen è davvero duttile, come sottolinea il quotidiano di Torino. Può quindi fare più ruoli, ma per Gattuso è un centrocampista box-to-box, all'inglese. Un esterno avanzato, ma di manovra non di passo. Libero di aiutare i compagni e poi sganciarsi in avanti per sfoggiare le doti balistiche e da assist-man. Un giocatore di cui il Milan ha bisogno per il salto di qualità. Hakan c'è, e forse potrebbe rivelarsi il miglior "acquisto" del gennaio rossonero.
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