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Morace: “Ascoltiamo Gazidis: puntiamo a tutto. Higuaín nervoso? Ha problemi alla schiena”

Carolina Morace Milan Femminile
Carolina Morace, allenatore del Milan Femminile, ha parlato ai microfoni del canale tematico rossonero: le sue dichiarazioni, anche su Gonzalo Higuaín

Daniele Triolo

Carolina Morace, allenatore del Milan Femminile, ha parlato ai microfoni del canale tematico rossonero, 'Milan TV'. Queste le dichiarazioni della Morace:

Sul derby vinto in Coppa Italia contro l'Inter: "Sapevamo come non fosse una gara facile. L'Inter è in Serie B, ma ha atlete di qualità e già pronte per il salto. Pur in vantaggio di due gol, non l'abbiamo gestita al meglio complicandoci la vita. Ottima poi la nostra reazione, abbiamo dimostrato a livello caratteriale di esserci".

Sull'obiettivo della sua squadra: "Campionato e Coppa Italia, tutto deve essere negli obiettivi del Milan come dice il nostro CEO Gazidis. Noi lo sentiamo molto e cerchiamo di affrontare ogni gara al massimo".

Sul rientro delle infortunate: "Ieri abbiamo recuperato Martina Capelli, al suo esordio assoluto, in più Valentina Bergamaschi da bene da qualche gara ormai. Mi auguro di avere il gruppo al completo a breve".

Sulle difficoltà di Gonzalo Higuaín: "Credo che Gennaro Gattuso lo stia gestendo bene, poi il ragazzo non è al 100% ed ha difficoltà a causa della schiena. Gonzalo è un trascinatore, se si sente di giocare non puoi tenerlo fuori. Ha carisma, è un leader, ad un tecnico fa sempre piacere avere a che fare con un simile campione".

Sulle differenze tattiche tra calcio femminile e maschile: "Dipende, se si intende tattica collettivo o individuale. Il calcio è uno, poi logico che le strutture fisiche portano a cambiamenti, come la differenza di velocità e di tecnica. Ma la tattica è uguale per tutti, maschi e femmine".

Sulla svolta caratteriale nel derby: "È stato fondamentale l'ingresso di Lisa Alborghetti. Nel primo tempo abbiamo fatto troppi lanci lunghi, mancava qualcuno che gestisce e fraseggiasse con ordine".

Sul nervosismo di Higuaín: "È una cosa comune, succede ovunque in Italia. Ognuno fa come crede, non esiste una soluzione unica per il nervosismo. Io spesso reagisco dando le direttive, mentre ci sono colleghe più libertine che preferiscono altri metodi. A seconda delle personalità degli atleti, cambia l'approccio nei loro confronti sempre cercando di mantenere e contenere il tutto".

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