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Milan, il progetto delle due punte dura mezzora

André Silva e Patrick Cutrone, Milan, Getty Images
Il Milan, contro il Benevento, ha giocato con il 4-4-2, ma, alla luce dei fatti, l'esperimento può dirsi naufragato: non sono mai state rifornite

Daniele Triolo

'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina, nel tentativo di analizzare , si è soffermata, in particolare, sull'esperimento tattico di Gennaro Gattuso che, per la sfida contro i sanniti di Roberto De Zerbi, ha disposto la squadra in campo con il 4-4-2.

Patrick Cutrone ed André Silva, gli uomini scelti per fare male agli ospiti, peggior difesa della Serie A con 78 gol subiti, però, sono stati evanescenti e quasi mai pericolosi: due chance per Cutrone, una per tempo, con Christian Puggioni, portiere ospite, bravo a respingergli di piede la deviazione aerea; nessuna per il portoghese, all'interno degli schemi, improvvisati, dei rossoneri.

Dalle fasce, ovvero da Davide Calabria e Fabio Borini a destra, e Ricardo Rodríguez e Giacomo 'Jack' Bonaventura a sinistra, sono piovuti 43 cross, ha sottolineato la 'rosea', di cui, però, solo 8 sono andati a destinazione. Il Benevento, guidato a centrocampo da un Sandro quasi monumentale, ha contenuto bene le scarse velleità offensive dei rossoneri e, intorno alla mezzora del primo tempo, con l'imbucata centrale di Nicolas Viola per il taglio della punta Pietro Iemmello è andato meritatamente in gol.

Gattuso, dunque, ha abbandonato il progetto due punte, allargando Cutrone a sinistra, avanzando Borini e riportando Bonaventura in posizione di mezzala: la mossa ha portato il numero 5 rossonero ad essere più incisivo e pericoloso nelle conclusioni da fuori, pur senza mai impensierire troppo Puggioni. Con l'ingresso di Jesús Suso nella ripresa, poi, si è vista un pizzico di qualità in più: poco, però, per arrivare alla rete.

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