Massimiliano Mirabelli non presta attenzione alle voci che lo vogliono sulla graticola e, incassata la sofferta qualificazione europea, detta le linee del prossimo calciomercato e del Milan che verrà.
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Milan: il realismo di Mirabelli e le aspettative tradite
Il DS spegne subito gli entusiasmi affermando nel post partita di Bergamo che "il Milan delle 7 Champions non c'è più, bisogna farsene una ragione". La dichiarazione è netta e mira ad aprire gli occhi ai tifosi rossoneri, abituati nella prima era di Silvio Berlusconi a lustrarsi gli occhi di fronte a campioni del calibro di Ruud Gullit e Marco Van Basten.
Ma il calcio italiano è cambiato, afferma Mirabelli: "Non siamo più il paese che tanti campioni sognavano". Un cambiamento dovuto sia all'ingresso nel mondo del calcio di soggetti con amplissime disponibilità finanziarie sia allo scarso appeal del calcio nostrano, penalizzato da una mentalità provinciale, strutture vetuste e scarsa propensione al futuro.
Niente campioni affermati per il Milan prossimo venturo: se Cristiano Ronaldo rimane un'icona da ammirare su altri palcoscenici, le dichiarazioni di Mirabelli, il cui obiettivo dichiarato è la "ricerca di potenziali campioni" paiono stridere con quanto più volte sottolineato da Gennaro Gattuso, il quale ha già da tempo ricordato come questa squadra si migliori solo con 3-4 giocatori affermati di esperienza internazionale, avvezzi a gare contro avversarie di peso, in grado di fungere da leader in campo e fuori.
I deludenti risultati maturati nelle ultime cinque stagioni debbono essere uno stimolo per una doverosa crescita, mentre Mirabelli, già sul banco degli imputati per l'improduttiva campagna acquisti del 2017, che non ha prodotto alcuna plusvalenza bensì svalutazioni, lascia intravedere un futuro quanto meno problematico per il Milan.
Serve una forte presa di coscienza sugli obiettivi futuri del Milan può ambire. L'apertura alla possibile cessione di Gianluigi Donnarumma e di altri pezzi pregiati rossoneri a fronte di offerte adeguate, emersa domenica sera in modo inequivocabile nelle parole di Mirabelli, suona da una lato come una resa alla necessità di generare plusvalenze per tacitare le pretese UEFA e al contempo come l'annunciata "altra via" per trovare canali di finanziamento.
È necessaria una pianificazione seria e condivisa tra tecnico e società, nel rispetto del blasone milanista e della grande passione del popolo rossonero.
Enrico Maggioni
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