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Milan, la rinascita di Hakan Çalhanoğlu

Patrick Iannarelli

Hakan Çalhanoğlu sta ritrovando sé stesso. Ancora una partita di livello contro la Sampdoria: ecco l'analisi de La Gazzetta dello Sport

Scaricato ad ottobre, prima ancora di poter far vedere le proprie qualità. Hakan Çalhanoğlu si sta prendendo il Milan prestazione dopo prestazione. L'edizione odierna  de 'La Gazzetta dello Sport' dedica un approfondimento sul momento del fantasista turco che sta cambiando la squadra rossonera. Il quotidiano rosa evidenzia come il gol sia arrivato proprio da una sua apertura, come spesso accade ultimamente.

OTTO TIRI - Una partita da incorniciare, soprattutto viste le conclusioni e le giocate. Lodevole la giocata al settimo minuto del secondo tempo: sterzata, due giocatori per terra e tiro in porta, che ha colpito la traversa. Ben otto tiri in porta, di cui due respinti. Per non parlare dell'atteggiamento difensivo e dei ripiegamenti: un momento davvero incredibile per il turco.

CORSIE DEVASTANTI  - Questo nuovo atteggiamento tattico da parte del Milan porta a diversi problemi per le difese avversarie. Hakan Çalhanoğlu crea pericoli, dunque va contenuto in tutte le maniere possibili. Un raddoppio e un attenzione particolare che inevitabilmente libera Suso dalla parte opposta. Sulle fasce questo Milan preoccupa e può fare davvero male.

Un'altra nota tattica: i due rientrano sempre a centrocampo, portando la linea a cinque. In questo modo si fa densità a centrocampo e si recupera prima il pallone. Non a caso l'esaltazione di San Siro c'è stata al momento della chiusura del turco su un pallone a metà campo.

STATISTICHE - Cinque cross, 58 passaggi, due sponde e ben quattro occasioni create. Sono questi i numeri di Çalhanoğlu nel match contro la Sampdoria. E Gattuso non si fa mai scappare l'occasione: "Volevo dargli una papagna...". Avrebbe voluto dargli un schiaffo, il motivo non è chiaro. Sicuramente il tecnico rossonero vuole ancora più intensità. D'altronde è lui che può fare la differenza in questo Milan. E attualmente la differenza si chiama Champions League: il quarto posto è lontano, le partite sono tante. Ma i rossoneri ci sono.

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