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Di Valerio Paini
Dopo la meritata sosta, il campionato ricomincia e il Milan si ritrova a dover affrontare una trasferta insidiosa in quel di Cagliari col compito di doversi riconfermare dopo una fine dell'anno in crescendo. Il problema principale per Gennaro Gattuso, in questo momento, sembra essere l'attacco. Ed effettivamente è sotto gli occhi di tutti il rendimento non eccelso sotto porta della squadra che non fatica a creare occasioni e mole di gioco ma si perde inesorabilmente nel momento in cui deve finalizzare e raccogliere i frutti del lungo lavoro.
I numeri, sotto questo punto di vista, sono indicativi oltre che impietosi e parlano fin troppo chiaramente: il Milan è terzo per tiri totali (255) e tiri nello specchio (125), ma nella particolare classifica che riguarda la percentuale di realizzazione dei tiri è addirittura quintultimo, davanti solo a Benevento, Sassuolo, Crotone e Genoa che non superano il 9,8% dei rossoneri (quando la media delle percentuali di tutte le squadre è 13,6%) che, con 25 gol, si attestano comunque come l'undicesimo attacco della Serie A. E anche per questo Gattuso ha lavorato sodo in questi giorni, soprattutto per quanto riguarda la fase di attacco, e, partendo da questi dati anche a lui ben noti, ha analizzato così, ai microfoni dei giornalisti in sala stampa, la situazione attuale: “I numeri li conosco bene. Stiamo facendo qualcosa anche a livello di un singolo giocatore. Dobbiamo continuare a lavorare. E’ anche una questione mentale, agli attaccanti serve buttarla dentro per due, tre volte. Spero che poi qualche giocatore si sblocchi”, insomma quel che può essere definito come una carenza tecnica per Gattuso si risolve, in realtà, in un problema di cinismo che ha come presupposto qualche difficoltà più sul piano psicologico rispetto che a problemi di altra natura.
Forse, proprio per questo, la dirigenza e il tecnico rossonero hanno voluto puntare sulla rosa attuale senza andare a stravolgere, attraverso un'altra sessione di mercato aggressiva, il lavoro fatto finora, proprio per permettere a giocatori di alto livello di potersi esprimere almeno secondo gli standard ai quali siamo abituati a vederli. E se al giovane Cutrone non si può chiedere di più di quel che già sta facendo, considerando l'età è da ritenere un campione in erba, invece da André Silva e soprattutto dall'esperto Kalinic ci si aspettano, nel girone di ritorno, quei gol che, fino a ora, sono mancati, ma possono portare il Milan in Europa.
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