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Tutti i quotidiani, sportivi e non, in edicola questa mattina hanno dedicato un interessante approfondimento alla situazione societaria del Milan, spaziando su più fronti: dal rifinanziamento del debito con il fondo statunitense Elliott Management Corporation al calciomercato estivo, passando per il settlement agreement con la UEFA e per l'ipotesi di realizzazione di un nuovo stadio di proprietà. Vediamole in rapida rassegna.
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Il Milan, come noto, ha tempo fino al prossimo mese di ottobre per rimborsare il fondo Elliott dei 303 milioni di euro più interessi (quasi 370 totali). Marco Fassone, amministratore delegato del club rossonero, ha intenzione di liquidare il fondo molto prima. Nelle prossime settimane, al massimo entro maggio. Il debito, si ricorderà, è diviso tra quello di A.C. Milan S.p.A. (123 milioni più interessi) e quello della Rossoneri Sport Investments Luxembourg (180 milioni più interessi): più facile coprire la prima parte, un po' più difficile la seconda. Fassone ha incaricato la banca d'affari Merrill Lynch di trovare uno o più finanziatori per il rifinanziamento del debito ed avere, dunque, un quadro più completo della situazione entro marzo. La strada che vuole percorrere l'A.D. rossonero sarebbe quella di creare una società controllata, una Media Company, sana, senza debiti che, gestendo diritti di immagine, diritti tv, sponsorizzazioni, stadio sia capace di produrre grandi utili con costi bassi: in questo modo, la strada per il rifinanziamento, la cui durata salirebbe a 5 anni, sarebbe agevolata.
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Dopo il 'no' della UEFA alla richiesta di voluntary agreement, il Milan passerà attraverso la formula del settlement agreement con l'organo calcistico europeo. Il settlement agreement prevede una serie di sanzioni, più o meno drastiche, a seconda dei casi e dello stato di salute economico di un club. Da Nyon la convocazione potrebbe arrivare a fine marzo: motivo per cui Fassone starebbe stringendo in tempi in ottica rifinanziamento. Presentarsi davanti la UEFA con le carte in regola, infatti, potrebbe evitare al Milan sanzioni pesanti da sopportare. Il club di Via Aldo Rossi si aspetterebbe una multa ed, eventualmente, limitazioni alla lista di giocatori da iscrivere all'edizione 2018-2019 della Champions League o dell'Europa League. Qualora arrivasse una restrizione di questo tipo, bisognerà fare valutazioni molto attente: in lista UEFA, infatti, non sarebbero permessi ingressi di giocatori più costosi rispetto a quelli usciti. Un esempio pratico: qualora il Milan comprasse 'Mister X' per 80 milioni, dalla stessa lista dovranno uscire giocatori per un valore di 80 milioni complessivi. Il 'Mister X' da 80 milioni, in quel caso, sarebbe utilizzabile soltanto in campionato. Quel che è certo è che a Nyon il Milan ribadirà la volontà di Yonghong Li, attuale Presidente e proprietario del club, di non cedere la maggioranza, valutando al massimo l'ingresso di un socio minoritario e di quotare il club in borsa entro il 2020.
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Per la prossima sessione estiva di calciomercato il Milan, che ha escluso dalle previsioni di bilancio la partecipazione alla Champions League, non avrà più l'obbligo di fare delle cessioni. Gianluigi 'Gigio' Donnarumma e Jesús Suso, dunque, giusto per fare due nomi, non saranno messi in vendita al miglior offerente a tutti i costi: per loro, così come per altri giocatori, si valuteranno le eventuali offerte pervenute e si verificherà la volontà dei ragazzi di andare via o meno. Ma non saranno necessariamente sacrificati i gioielli del Milan sull'altare del bilancio. Ci sarà un budget con cui il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli coprirà 2-3 acquisti per ritoccare la squadra innalzandone il livello di competitività. Anche perché gli incassi fin qui realizzati dal Milan in Europa League, 8 milioni di euro, sono superiori alle attese e perché, da uno studio di Inner Circle Sport è emerso come il Milan, oggi, valga almeno 150 milioni in più di quanto valeva nell'aprile 2017, quando è stato ceduto da Fininvest alla Rossoneri Sport Lux: dai 740 milioni di euro che valeva prima, ora, la società rossonera ne vale circa 900.
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Il Milan ha avviato una serie di incontri con il Comune di Milano e con l'Inter poiché il club rossonero si sta confermando aperto a qualsiasi soluzione. Sia alla possibilità di rinnovare lo stadio 'Giuseppe Meazza' in San Siro sia quella di costruirsi uno stadio di proprietà. Il Milan non vuole sentirsi 'spinto fuori' da San Siro e quindi ragiona sull'ammodernamento con tempistiche meno celeri rispetto a Inter e Comune (si parla di 3-4 anni di tempo).
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