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Milan-Roma, 5 considerazioni dopo il match

Stefano Bressi

Dietro le statistiche, fattore San Siro e una squadra che punta seriamente a consolidarsi. 5 considerazione dopo il 2-1 di ieri sera del Milan.

MILAN-ROMA: QUARTO 2-1 IN NOVE ANNI

Nel 2009 a firma Pato e Ronaldinho, nel 2012 con la doppietta di Ibrahimovic, nel 2015 a fine stagione con i gol di Van Ginkel e Destro, fino alla serata di fine agosto del 2018 targata Kessie e Cutrone. Il 2-1 è un risultato classico per il Milan a San Siro, in questo caso assolutamente coerente con lo sviluppo della prestazione complessiva della squadra.

RISPETTO A NAPOLI

Il Milan ha subito molti meno tiri in porta. La Roma ha colpito di testa con Schick nel primo tempo, poi il gol di Fazio, l'occasione di Dzeko su palla persa del Milan e la rete annullata a Nzonzi. Anche meno rispetto a quello che si può mettere in preventivo nelle grandi sfide contro le grandi squadre. Rispetto a Napoli, doveva aveva subito molto di più, il Milan si è compattato, non si è mai slabbrato, ha fatto tesoro della sconfitta. Come gruppo e come struttura.

4 MARCATORI DIVERSI

Bonaventura, Calabria, Kessié e Cutrone. Quattro gol e quattro firme diverse tra loro: il segno della preponderanza del gioco. Non sono quattro gol inventati, frutto di una giocata estemporanea. Alla base di ogni di questi gol, c'è la costruzione e poi un assist decisivo. Anche in questo caso, quattro assist-man diversi: Borini e Suso a Napoli, Ricardo Rodriguez e Higuain a San Siro contro la Roma.

PRIMA LA SQUADRA

Rino Gattuso è stato molto criticato dopo Napoli. Ma non solo non si è impermalosito. Il dato importante è che la ferocia delle critiche non lo abbia condizionato. Per lui sarebbe stato facilissimo sacrificare giocatori e fare scelte facili, popolari, a uso e consumo. Invece, come sempre, al primo posto il bene della squadra. È quello lo zoccolo duro di Rino Gattuso. Non l'ambiente esterno e i suoi umori.

LA PRIMA A SAN SIRO

La società al completo, i dirigenti che vengono dalla storia, le glorie, lo stadio, la curva. Solitamente alla prima di campionato ci si osserva, ci si misura. Contro la Roma a San Siro tutto è stato molto naturale, molto discreto, tutti al proprio posto. Solo la partita, solo la squadra. Grande sostegno, grande partecipazione. Uno stadio autorevole e unito. È stata una delle scoperte più importanti dell'intera serata. Ed è così che si crea un fattore, visto che per la Roma quella di San Siro è la prima sconfitta in trasferta del 2018. Per il Milan invece l'ennesimo risultato utile: mai perso nell'anno solare tranne la sera sfortunata del Benevento. San Siro sta tornando un campo da temere.

Fonte: acmilan.com

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