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E' stata la novità stagionale, la bellissima scoperta di Montella prima e confermata da Gattuso poi. Patrick Cutrone, giovane attaccante del Milan, classe 1998, da ultimo della graduatoria si è pian piano guadagnato i galloni della titolarità. 45 presenze stagionali, 16 gol realizzati al primo anno da professionista "vero" (8 in campionato, 2 in coppa Italia e 6 in Europa League, di cui 2 nei preliminari, ndr) e la voglia di conquistare San Siro in maniera definitiva, tipica di chi è rossonero sin da bambino.
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Arrivato al Milan lo scorso luglio con un vero e proprio blitz del suo agente in Italia, doveva essere il campioncino da cui ripartire dopo anni di vacche magre. Ma André Silva non è mai sbocciato, troppo Narciso per essere decisivo al primo impatto nel campionato italiano. Per carità, i mezzi tecnici sono importanti, ma i numeri non molto: per lui 39 presenze e 10 reti, ma soltanto due in campionato. Otto invece i sue centri in Europa League, con due siglate nei preliminari. Troppo poco per chi, pagato ben 38 milioni, doveva caricarsi il Milan sulle spalle.
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Lui, rossonero sin da piccolo, arrivato dopo un lungo tira e molla con la Fiorentina. Ma le motivazioni non sono bastate a Nikola Kalinic per conquistare i cuori di San Siro e dei tifosi milanisti. Troppo pochi i gol, nonostante il grande lavoro sporco in campo, per far scoccare la scintilla: 5 in 40 presenze, tutte realizzate in campionato. Ed il suo nome che in molti, da tempo,viene indicato con forza nella lista dei sicuri partenti.
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L'incertezza nel reparto offensivo del Milan per la prossima stagione, è innegabile. Chi più e chi meno, ma tutti e tre i calciatori non garantiscono quei gol che necessitano per far tornare il Milan a competere per i primi posti in classifica. Cutrone è sicuramente il più futuribile, con il suo forte background rossonero. Ma è ancora acerbo e le voci che lo vorrebbero a Torino per uno scambio con Belotti, non diminuiscono. Andrè Silva è il più talentuoso, ma anche quello con meno carattere. Potrebbe partire con l'offerta giusta. Kalinic, invece, è la delusione più grande. Doveva guidare i due giovani e invece non riesce a segnare con continuità e a trascinare gli altri. Il suo nome è quello più indicato alla cessione, ma servono offerte concrete e anche le motivazioni giuste per convincerlo a partire. Non sarà semplice.
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