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Milan, tsunami Elliott: società ribaltata e cinesi cancellati

Casa Milan
Dal suo arrivo, a metà luglio, la nuova proprietà del Milan ha messo in atto una rivoluzione, sia dirigenziale sia a livello di campo e mercato

Luca Fazzini

Quasi come uno tsunami: è questo il paragone scelto dall'edizione odierna di Tuttosport per descrivere l'impatto che ha avuto il fondo Elliott sul Milan. La nuova proprietà, insediatasi tra i 9 e il 10 luglio, in 30 giorni ha cambiato i vertici societari, i dirigenti operativi nell'area sportiva e ceduto tre dei principali acquisti dell'anno scorso (André Silva, Kalinic e Bonucci), consegnando la fascia ad Alessio Romagnoli, già in rosa prima dell'arrivo dei cinesi. Dall'escussione del pegno ai fatti: via i consiglieri d'amministrazione cinese e l'amministratore delegato Fassone, imitato poco dopo da Mirabelli. L'ex ds è stato sostituito, in un ruolo simile, da Leonardo, seguito lo scorso 5 agosto da Paolo Maldini. Nelle prossime settimane, la musica potrebbe ripetersi, con alcuni capi struttura legati a Fassone che potrebbero lasciare. Oltre a Gandini, anche Galli e Kakà potrebbero fare ritorno al Milan, come fatto dall'avvocato Cantamessa.

A ciò, non per caso, si aggiunge il mercato: da quando Elliott si è insediata, il Milan ha operato cessioni importanti e diversi acquisti. La ciliegina sulla torta è chiaramente Gonzalo Higuain, simbolo del nuovo corso, seguito da Mattia Caldara nel maxi scambio con la Juventus che ha coinvolto anche Leonardo Bonucci. I recenti arrivi, di Bakayoko e (probabile) di Castillejo, mostrano la volontà del fondo americano di costruire una squadra competitiva e attrezzata, per ridare valore e prestigio al Milan dopo i grigi mesi dell'epoca cinese.

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