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Mirabelli: “Mercato in entrata chiuso. Rifarei tutto quello fatto in estate”

Mirabelli Milan
Massimiliano Mirabelli, D.S. del Milan, si è raccontato a 'La Gazzetta dello Sport' e ha rivelato: “Tutte le scelte condivise con Vincenzo Montella”

Daniele Triolo

Massimiliano Mirabelli, direttore sportivo del Milan, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de 'La Gazzetta dello Sport'. Queste le dichiarazioni di Mirabelli:

Sul lavoro sul mercato in questo mese di gennaio: “Si lavora sempre, ma su cose diverse. L’aggiornamento resta un fattore continuo, nel fine settimana ad esempio sarò in Germania per assistere ad alcune partite”.

Sui nomi seguiti dal Milan: “Sto parlando di aggiornarsi, non di mercato. In entrata non faremo nulla, ve lo dico come informazione ufficiale. In uscita qualche movimento ci potrebbe essere, ma cose piccole. I nomi sono quelli che stanno circolando, quello che ha le richieste più concrete è Gustavo Gómez dal Boca Juniors”.

Sulla possibilità di prendere un vice di Franck Kessié: “Il ragionamento ci sta, ma vi chiedo: dopo averne acquistati undici, siamo sicuri che prenderne un dodicesimo sarebbe la scelta giusta? In estate è stato un mercato importante ma non ne ho nostalgia, per tutto c’è un tempo. Oggi credo che la soluzione sia già in casa. Per esempio Riccardo Montolivo. Il nostro imperativo è la valorizzazione della rosa già esistente”.

Sulle critiche per i tanti soldi spesi dal Milan: “Non mi sembrano cifre eccessive. Tutti considerano l’esborso complessivo, io invece invito a scorporarlo e analizzarlo. Non abbiamo strapagato nessuno e vi dirò di più: se, in pura teoria, domani mettessimo qualcuno dei nuovi sul mercato, andremmo a guadagnarci”.

Su chi continua a scommettere: “André Silva e Hakan Çalhanoğlu”.

Su qualche operazione che non rifarebbe: “No, li ritengo tutti giocatori validi, che formano un gruppo solido e ci danno tranquillità per il futuro. Sono lo zoccolo duro del Milan e nonostante molti di loro non stiano rendendo in base alle aspettative, a livello patrimoniale non esiste alcun flop. E poi ci si dimentica di un piccolo particolare: la nostra gestione è fatta anche di cessioni e di rinnovi. Dalle vendite abbiamo incassato una buona cifra e poi basta passare in rassegna chi ha rinnovato il contratto: Gianluigi Donnarumma, Jesús Suso, Patrick Cutrone, Davide Calabria, Alessandro Plizzari. Che nomi vi sembrano? Date voi un valore. Io dico che patrimonialmente è un incremento importante, la nostra è una cassaforte piena di valori”.

Su possibile modifiche alla sua strategia: “Forse avrei meno fretta su alcune scelte gestionali”.

Su Gianluigi Donnarumma: “Gigio ha rinnovato con grande gioia e ha sempre espresso la volontà di restare al Milan. Noi saremmo felicissimi se finisse la carriera qui. Nel momento in cui non avesse più desiderio di restare, cosa che non ci risulta, ne favoriremmo l’uscita. Controvoglia non resta nessuno”.

Sul settlement agreement: “Noi siamo, e saremo, all'interno delle regole e dei paletti UEFA. La nostra macchina di costruzione andrà avanti, senza preoccupazione”.

Su Yonghong Li e Marco Fassone: “Se è un problema la lontananza di Yonghong Li? Per nulla. A me non sposta niente: i soldi arrivano regolarmente e poi c’è David Han Li, molto presente e grande intenditore di calcio. Inoltre ha il pregio di non interferire mai col lavoro altrui. Il mio rapporto con Fassone? Siamo una coppia di fatto, due corpi e un’anima. Non si fa nulla, se non condiviso. Il resto sono illazioni”.

Sul mercato estivo condiviso con Vincenzo Montella: “Con Montella, abbiamo condiviso tutto, a partire da una campagna acquisti così aggressiva, tant’è vero che ho conservato i messaggi entusiasti che mi mandava, per esempio, durante la trattativa per Leonardo Bonucci. Provo dispiacere per come è finita, a livello affettivo e professionale. Se avesse funzionato come avrebbe dovuto, il Milan sarebbe in Champions League e lui al suo posto”.

Su Gennaro Gattuso: “Avevamo bisogno di dare un segnale forte ai giovani in termini di Dna milanista. Rino è stato scelto: punto. Non è stata una soluzione di ripiego, me ne assumo le responsabilità e sono felice di come sta lavorando. Occorreva passare attraverso il lavoro sodo per migliorare, con l’aggravante che era già dicembre. Ho trovato uno che lavora più di me, ce lo diciamo anche in dialetto calabrese: ‘Mi stai esaurendo’...”.

Sulle cifre che girano nel mercato odierno: “Il calcio italiano si deve inventare qualcosa se vogliamo che non riaccada quanto appena successo con la Nazionale. Un'idea potrebbe essere: nessun limite agli extracomunitari, rose da 25 ed obbligo di 6 italiani in campo. In questo modo tutti i club dovrebbero guardare con più attenzione al settore giovanile, a partire dalle categorie inferiori, ed i soldi girerebbero nel nostro movimento. Un circolo virtuoso”.

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