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Montolivo: “Nessuna divisione tra vecchi e nuovi: perso tempo con il cambio di modulo”

Riccardo Montolivo AC Milan
Riccardo Montolivo, centrocampista rossonero, ai microfoni del 'Corriere della Sera' si è espresso sulla difficile stagione del Milan 'cinese'

Daniele Triolo

Riccardo Montolivo, centrocampista rossonero, ai microfoni del 'Corriere della Sera' si è espresso sulla difficile stagione del Milan 'cinese'. Queste le dichiarazioni di Montolivo:

Sui risultati che non arrivano da anni: «Partiamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato anche recente abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione».

Sui problemi di questa stagione: «Credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Non eravamo pronti, ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi».

Sul mancato rendimento dei nuovi acquisti: «Tutti stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento usato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare: cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me».

Su presunte divisioni in spogliatoio tra 'vecchi' e 'nuovi': «Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno difesi, ma siamo sempre stati tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. I nuovi acquisti sono stati selezionati su criteri tecnici, ma anche umani».

Sul suo momento personale positivo: «Me lo godo, ma so che arriveranno anche i momenti duri. È stata una soddisfazione perché l’estate è stata molto difficile, poi sono stato diverse partite senza giocare: il momento di difficoltà mi ha fatto crescere, ho dovuto lavorare su me stesso, senza cercare alibi».

Sulla fascia di capitano ceduta dalla società a Leonardo Bonucci: «La società voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ma nessun problema».

Sul fatto se giochi più 'leggero' senza fascia: «Questa è un’analisi che fece per primo Vincenzo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi».

Sulla condizione fisica del Milan: «Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gennaro Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa».

Sul passaggio alla difesa a tre a settembre: «Sono state decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio di modulo abbia portato difficoltà maggiori, anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa».

Sull'apporto di Gattuso a questo Milan: «Passione, serietà, cura dei dettagli. E l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Massimiliano Allegri».

Su Clarence Seedorf: «Motivatore».

Su Filippo Inzaghi: «Innamorato del proprio mestiere».

Su Siniša Mihajlović: «Gli devo tantissimi grazie per quello che ha fatto per me sia a Firenze che al Milan».

Su Cristian Brocchi: «È stato troppo poco».

Su Vincenzo Montella: «Preparato sul campo, credo possa migliorare nell’empatia con i giocatori».

Su cosa chiede al suo 2018: «Avrei detto il Mondiale…».

Su come deve ripartire l'Italia dopo la mancata qualificazione in Russia: «Credo sia il momento di dare importanza agli ex calciatori, penso che Damiano Tommasi possa essere la persona giusta. Conosce il calcio».

Su cosa augura al Milan: «Di trovare la continuità. Di arrivare in fondo nelle Coppe. E di riprendersi San Siro, abbiamo perso troppi scontri diretti in casa. Non siamo così più scarsi».

Su chi sarà decisivo nel 2018: «Patrick Cutrone. Adesso arriva la parte difficile, quando tutti si aspettano qualcosa da te».

Sulla vittoria nel derby di Coppa Italia: «Può avere un peso sul piano psicologico, è stato il primo scontro diretto vinto».

Sul V.A.R.: «Assolutamente favorevole, aumenta la trasparenza, non elimina tutti gli errori, ma li limita in gran numero. Per un calciatore è una grande serenità».

Sulla replica di classe a chi lo minacciava di morte nel periodo dell'infortunio: «Era il tentativo di riportare la normalità, in un mondo virtuale che la rifugge. Ma è cambiato poco: l’ignoranza resta».

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