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Inizia da e dal Napoli il campionato del Milan 2018/19. Non una partita banale. Per il prestigio del club partenopeo negli ultimi anni, per i tanti incroci che ci saranno, ma anche per la storia che racchiude questo big match. Negli anni passato la sfida tra azzurri e rossoneri ha regalato grandi emozioni, è stata spesso decisiva, ma soprattutto ha visto compiere magie e capolavori sul terreno di gioco. Napoli-Milan è sinonimo di spettacolo e ancora oggi ricordare alcuni capolavori fa brillare gli occhi. Fin dal dopoguerra, quando i rossoneri erano con il tridente composto da e Gunnar Gren, Gunnar Nordhal e Niels Liedholm, i partenopei con Luis Vinicio. Poi da una parte Diego Maradona, dall'altra Marco Van Basten e il Milan di Arrigo Sacchi. Tutto, scrive La Gazzetta dello Sport, fa pensare al senso di bellezza in questa partita.
Si parte dal 1950, quando le squadre scesero in campo sul campo del Vomero. Fu spettacolo. La partita finì 5-3 per il Milan, trascinati da Liedholm e Nordhal. Alla fine della gara, il pubblico era talmente entusiasta che applaudì tutti, nessuno escluso. Anche i napoletani omaggiarono il Milan. Non rimase, quella, l'unica volta. Sei anni dopo, a marzo del 1956 ebbe la meglio il Napoli, trascinato stavolta da Vinicio. Due gol realizzati, entrambi bellissimi. La particolarità è che entrambi li fece da zoppo. Infatti, nel primo tempo aveva subito una botta forte al ginocchio dopo uno scontro con un compagno. I partenopei lo rimisero in piedi in qualche modo e Vinicio segnò due gol. Pubblico in delirio e festa grande per il pubblico.
Altro eroe napoletano contro il Milan fu Omar Sivori, nel 1966. Più precisamente il 27 febbraio. Tutti aspettavano un suo colpo di genio, ma a pochi minuti dalla fine il risultato era di 0-0 e Sivori non aveva giocato una grande partita. Catenaccio rossonero e Napoli quasi a sventolare bandiera bianca. All'87' però, con il solito modo indolente, Sivori prese palla e iniziò a dribblare chiunque, quasi irrisoriamente. Azione spettacolare, conclusa da un tiro precisissimo. Vittoria del Napoli con Sivori che uscì dal campo mostrando al cielo il pugno chiuso. Era l'eroe di una città. Lo seguì Maradona. Anche se il Pibe de Oro prima di poter gioire contro il Milan fu costretto a versare tante lacrime. 1 maggio 1988: il Milan di Sacchi () travolse al San Paolo il Napoli, come un treno in corsa. Bisognava vincere per superare gli azzurri in classifica e conquistare lo Scudetto. Detto, fatto. Il modo in cui il Milan superò i partenopei resta però strabiliante: dimostrazione di forza, potenza, tecnica. Ed ecco che, allora, nonostante uno Scudetto che sfuggiva dalle mani, il pubblico di Napoli alla fine applaudì Ruud Gullit il marziano, Pietro Virdis l'imprendibile e tutta la perfetta macchina di nome Milan. Finì solo 3-2 per il Milan, ma il risultato non rende l'idea di quanto quella squadra sia stata superiore. Anche Maradona disse di essersi sentito impotente.
Pochi mesi dopo, però, Diego Armando si prese la sua rivincita. Era il 27 novembre 1988 e il Milan tornava per la prima volta al San Paolo. I rossoneri, un po' rimaneggiati, resistettero per 40 minuti circa. Poi si scatenò Maradona. Lancio di Massimo Crippa, Maradona sorprende la difesa milanista salita per la trappola del fuorigioco e di testa infila Giovanni Galli. Un gran gol che spezzò le gambe al Milan.
Per la rivincita personale ha dovuto attendere un po' di più invece Van Basten, che l'8 novembre 1992 si prese addirittura il lusso di segnare quattro gol allo stadio di Fuorigrotta. Un tiro secco di destro, un gol di rapina, un tocco a porta vuota e un altro colpo facile dopo un disimpegno sbagliato dei difensori avversari. Tutto troppo facile per uno come lui. Finì 5-1 per il Diavolo, grande spettacolo. Come sempre tra Napoli e Milan, come da tradizione.
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