Un'altra vittoria. Un'altra partita vinta con merito, giocando bene a calcio e segnando due gol, dopo aver creato tanto e aver subito poco. Il Milan c'è, il Milan è vivo. In attesa di scoprire quale sarà il risultato al termine di Chievo Verona-Lazio, il Milan si riporta al quarto posto in classifica. Una situazione che, descritta così, sembra essere perfetta. Però poi si analizza meglio e si scopre che l'unico difensore centrale a disposizione è Cristian Zapata; che due centrocampisti su tre di quelli che a inizio stagione erano i titolari sono fuori (e a lungo) per infortunio; che la stella della squadra, Gonzalo Higuain, era squalificato. E allora ciò che prima appariva semplicemente bene, non può che diventare ottimo.
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Gattuso chiama, la squadra risponde: il Milan non muore mai
Questo Milan ha superato, in condizioni davvero difficili, con una facilità sorprendente il Parma, squadra ben organizzata e che, lo ricordiamo che fa sempre bene, a San Siro era già venuta e se n'era andata con il sacco pieno. Vero, i rossoneri sono passati in svantaggio, ma il gol emiliano è stato estemporaneo, quasi casuale. Il Milan era in pieno controllo della gara e solo l'ennesima palla inattiva ha fatto crollare gli uomini di Gennaro Gattuso. Esatto, uomini di Gattuso. Perché definizione migliore forse non c'è. Al momento il Milan somiglia a un esercito pronto a morire per il proprio condottiero, che nelle difficoltà si compatta e che dal proprio condottiero ha preso quasi tutte le caratteristiche.
Perché dopo la rete del vantaggio del Parma forse tanti tifosi si aspettavano di assistere a ciò che, purtroppo, spesso si è visto in questi anni: la resa. Invece no. Invece c'è stata la reazione immediata, che ha visto in Patrick Cutrone l'esponente e il simbolo principale, con quello sguardo indiavolato e quella "garra" (italiana, italianissima, caro Roberto Mancini), che ha portato all'immediato pareggio e al successivo sorpasso.
La squadra è a immagine e somiglianza di Gattuso, . E se Rino chiama, il suo esercito risponde, sempre. In piena emergenza, si trova Ignazio Abate difensore centrale, si passa continuamente dal 4-3-3 al 4-4-2 e anche al 3-4-3 o 3-5-2. Sempre piena disponibilità, sempre grande capacità di adattamento. Perché non è semplice cambiare spesso con la squadra al completo, figuriamoci in queste condizioni. Il tutto è possibile, ovviamente, proprio perché il condottiero ha grandi qualità. Qualsiasi sia lo schema, qualsiasi siano gli interpreti, il Milan sa sempre perfettamente cosa fare in campo. Può piacere o non piacere la tipologia di gioco, ma intanto un gioco c'è, ed è anche chiaro ed evidente, ma non così scontato, perchè gli anni in cui si vedeva un Milan spento e senza idee non sono lontani...
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