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Il ‘Corriere dello Sport - Stadio’ oggi in edicola ha dedicato un approfondimento al lavoro fin qui svolto, alla guida del Milan, dal fondo di investimenti statunitense Elliott Management Corporation che, proprio nella giornata odierna, compie 100 giorni da effettivo proprietario del club di Via Aldo Rossi.
Martedì 10 luglio, infatti, con un comunicato, venne annunciato e la fine, ingloriosa ed anticipata, dell’epopea cinese in casa rossonera: da allora ad oggi, ha ricordato il quotidiano romano, Elliott ha versato, nelle casse del Milan, ben 170 milioni di euro sotto forma di tre aumenti di capitale.
Il primo, ad agosto, di 21 milioni di euro; il secondo, a settembre, di 30 e, infine, l’ultimo, il più recente, di 119 milioni di euro emessi alla Borsa di Vienna nel 2017. Insomma, numeri importanti per Elliott che, come piano industriale per il Milan, si è dato almeno 3 anni di tempo.
Il 21 luglio scorso, ha ricordato poi il ‘CorSport’, fu defenestrato Marco Fassone e scelto Paolo Scaroni come Presidente del nuovo Milan nonché amministratore delegato ‘ad interim’, e, in questo periodo, Elliott ha lavorato duro sulla ricostruzione dei quadri dirigenziali del club rossonero, riportando a casa figure importanti quali il brasiliano Leonardo (responsabile dell’area tecnico-sportiva) e Paolo Maldini (Direttore Strategico Sviluppo Area Sport).
Nel mezzo, poi, c’è stata una sessione di calciomercato che ha visto arrivare a Milano campioni come Gonzalo Higuaín e che vedrà arrivare talenti in erba quali : il tutto, nel rispetto delle norme del Fair Play Finanziario della UEFA, che, dopo essere stata costretta dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna a riammettere il Milan in Europa League, dovrà riaggiornarsi con Elliott per le sanzioni relative al mancato rispetto del FFP nel triennio 2014-2017 e per discutere di un potenziale accesso al regime di Voluntary Agreement per quello successivo.
Anche se, ha sostenuto il ‘Corriere dello Sport - Stadio’, ottenerlo sarà difficile e, pertanto, sarà più probabile che il Milan debba sottostare ad un regime di Settlement Agreement. Intanto, però, chiuso al 30 giugno 2018, di modo che il Milan, in futuro, possa avere maggiore libertà di movimento e meno vincoli.
Infine, la conclusione del quotidiano sportivo, si sta cominciando a pensare di emettere un altro bond, stavolta a condizioni più vantaggiose, visto che il club di Via Aldo Rossi è scevro da qualsiasi tipo di debito accessorio. Con UniCredit, tra l’altro, il nuovo Milan americano ha già aperto , con i diritti tv messi a garanzia dell'operazione. Il resto, come noto, dovrà garantirlo il lavoro dell’amministratore delegato , Ivan Gazidis.
Il manager sudafricano, che arriverà dall’Arsenal, non lavorerà però con Umberto Gandini, che ha lasciato la Roma dopo due anni e che, per il momento, almeno, non tornerà in rossonero. Lo stesso Gandini ha parlato in toni entusiasti di Gazidis: .
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