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Il dubbio tattico di Gattuso: mantenere il 4-3-3 o virare sul 4-4-2

Gattuso Milan
Mister Gattuso non esclude cambiamenti tattici per il Milan del futuro e l'esperimento con le due punte è più di una suggestione

Redazione

I dubbi del mister

di Valerio Paini

Se il primo a non divertisti a lasciarlo in panchina è proprio Gennaro Gattuso, figuriamoci i suoi tanti estimatori e tifosi che vedono in lui l'incarnazione dei colori rossoneri e il futuro della Nazionale italiana. Così, Patrick Cutrone, si sta ritagliando, a suon di gol e ottime prestazioni, sempre più spazio e sta acquisendo sempre più credito nei confronti del suo allenatore che, con Gonzalo Higuain però intoccabile, ha già provato a schierarli insieme, sulla spinta anche dei mass media che vorrebbero sempre vederli insieme al di là delle esigenze tattiche della squadra. Per questo, agli esperimenti avvenuti in situazioni particolari, sta seguendo l'analisi, per una situazione tattica che potrebbe ritornare comoda per il futuro. Ovviamente con i suoi pro e i suoi contro.

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I Pro del 4-3-3

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di Valerio Paini

Ovviamente Gennaro Gattuso non può impostare, da un giorno all'altro, un nuovo modo di giocare per una squadra che, per come è stata costruita in sede di mercato, è nata per esprimersi primariamente con il 4-3-3. Inoltre l'allenatore rossonero non ha intenzione di creare problemi proprio ora che la squadra sta dando i suoi frutti: il gioco si fa sempre più collaudato, così come le intese tra i giocatori, soprattutto quelli offensivi sui quali è stato ritagliato questo gioco (Suso, Higuain e Çalhanoğlu sono protagonisti indiscussi, così come anche le mezzali Bonaventura e Kessié). E anche difensivamente, nonostante il Milan prenda gol da 13 partite consecutive in campionato, è stato raggiunto l'equilibrio grazie a un 4-1-4-1 che, dando le chiavi a Lucas Biglia, sempre più esaltante nel gioco d'interdizione, garantisce maggiore copertura del centro del campo e tra le linee, obbligando gli avversari a cercare sempre gli esterni. Un gioco funzionale e pratico che, a detta di molti, e delle statistiche, si sta anche dimostrando come uno dei più esaltanti della Serie A.

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I Contro del 4-3-3

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di Valerio Paini

Nonostante ciò, anche questo sistema di gioco, soprattutto quando il Milan fatica a tenere fisicamente il campo, presenta delle criticità evidenti. I cali fisici fanno sì che i rossoneri non riescano a riempire l'area di rigore, isolando il solo Gonzalo Higuain che deve essere aiutato dal doppio lavoro degli insostituibili Jack Bonaventura e Franck Kessié. Senza contare anche i cali a livello psicologico: quando la squadra viene aggredita e si trova in fase di non possesso arretra troppo sul campo per difendersi e si trova successivamente tutto il campo da risalire velocemente, andando a spendere moltissimo sul piano fisico. Anche in questo caso sono proprio le mezzali quelle adibite ad aggredire gli avversari per mantenere alta la squadra, ruoli però che non hanno alternative credibili.

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I Pro del 4-4-2

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di Valerio Paini

La soluzione a due punte è stata tentata dall'allenatore calabrese sempre con il 4-4-2 per coprire al meglio il campo in tutta la sua ampiezza, anche se in futuro la previsione di un trequartista dietro di loro non è così stravagante, in questo senso vedasi anche le ultime notizie di mercato. In ogni caso, anche così, la coppia formata da Gonzalo Higuain e Patrick Cutrone riempie benissimo l'area di rigore imponendo la propria presenza sulle difese avversarie che, impaurite, arretrano e favoriscono il gioco alto del Milan sul campo. Stando così le cose viene infatti promosso il gioco nell'ultimo quarto di campo, con una delle due punte che attacca la profondità e l'altra che viene incontro fra le linee, agevolando così gli interscambi con Suso e Hakan Çalhanoğlu quando vengono dentro il campo. Un Milan, idealmente, d'attacco per dominare gli avversari.

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I Contro del 4-4-2

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di Valerio Paini

Detto questo, il 4-4-2 si presta inevitabilmente ad attente riflessioni, le stesse che puntualmente, e giustamente, fa Gennaro Gattuso. In primis gli uomini e il mercato non sono stati fatti per questo tipo di modulo, dovendosi adattare in molti e mancando i ricambi naturali. In secondo luogo, l'ingresso in campo di una seconda punta toglie un uomo in mezzo al campo impoverendo il gioco, soprattutto se quell'uomo è Jack Bonaventura, statisticamente il più sostituito quando il Milan si schierava con questa soluzione. Visti i numeri da record che sta raccogliendo, pensare a un Milan senza di lui, in questo momento, è impossibile. Terzo punto: gli esterni della linea a quattro diventano centrali in questo modulo vista la doppia fase che sono obbligati a fare. In questo senso però sia Suso sia Hakan Çalhanoğlu non sono adatti a questo tipo di lavoro e il troppo dispendio energetico potrebbe portarli a perdere brillantezza una volta giunti nella zona nevralgica del campo. Infine la fase difensiva: in mezzo al campo, con un uomo in meno, si è più scoperti e la zona centrale diventa più vulnerabile, senza contare che negli half spaces, se non viene mantenuta la compattezza necessaria, le squadre con il gioco più organizzato ci potrebbero banchettare. E in questo momento che la fase difensiva e la fase di non possesso sono quelle da migliorare, il cambiamento di modulo potrebbe esporre ancora di più i rossoneri a difficoltà. Insomma, ora come ora, il 4-4-2, come più volte anche Gennaro Gattuso ha affermato, può essere solo una soluzione in extremis per i momenti finali delle partite.

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