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Leonardo: “Paquetà? Un talento, ma serve tempo. Su Ibrahimovic…”

Donato Bulfon

Ecco le parole del direttore generale del Milan, Leonardo, rilasciate ai giornalisti presenti al Golden Foot di Montecarlo e rilanciate da RMC Sport
00:44 min

Ecco le dichiarazioni di Leonardo de Araujo, direttore generale del Milan, ai giornalisti presenti a margine dell'evento del Golden Foot a Montecarlo, parole rilanciate da RMC Sport.

Su chi del Milan possa essere leggenda: "L'idea è quella. Questo è un momento meno vittorioso della storia del Milan ma in 120 anni di storia il Milan è stato più su che giù, quindi la tendenza è che torni in alto".

Sul Milan a due punte: "Durante la stagione in una squadra in costruzione credo che possa succedere di tutto. Va capito il momento, la condizione dei giocatori e Gattuso fa le sue scelte. Non penso sia una cosa già stabilita, sono momenti e in ogni momento si cerca la medicina giusta per vincere le partite. Se siamo corti in avanti? Avevamo le idee chiare sin dall'inizio. È una squadra che può offrire molte varianti. Non siamo corti, abbiamo giocatori che possono fare la punta come Castillejo e Borini. È vero, siamo partiti con l'idea di gioco del 4-3-3 ma col tempo è normale che si considerino le varianti".

Su Ibrahimovic ed il mercato: "Io penso che parlare adesso di mercato sia un po' fuori. Pensiamo alla crescita della squadra e sinceramente abbiamo visto una reazione importante dopo due sconfitte, cosa molto importante. Siamo quinti in classifica con una partita in meno a tre punti dalla zona Champions che rimane il nostro obiettivo anche se sappiamo che non sarà facile. Non dimentichiamoci da dove siamo partiti: al 20 luglio eravamo squalificati in Europa League, avevamo tanti giocatori che volevano andar via. Una squadra sicuramente da rianimare e lo è ancora. E poi negli ultimi anni il Milan ha faticato, arrivava 6°-7°-8° e non possiamo pensare che da un giorno all'altro diventi una squadra da scudetto. Mi sembra che ci siano aspettative esagerate, noi siamo tranquilli perché abbiamo tracciato una linea e ci siamo abbastanza dentro".

Sugli obiettivi rossoneri: "È normale che il Milan sogni la Champions League. Penso che con la rosa che abbiamo sia una cosa fattibile e infatti siamo lì, a tre punti. Siamo consapevoli che non sarà facile raggiungere l'obiettivo".

Sul successo di domenica: "Una vittoria non solo per i tre punti ma per come è arrivata è stata importante. Siamo passati in vantaggio, ci hanno rimontato e abbiamo reagito, ribaltato le sorti della gara e l'abbiamo controllata".

Su Gattuso ed il tempo concessogli: "Voi sapete che io e Paolo parliamo poco. Ma non possiamo stare a smentire voci su Gattuso ogni volta. Oggi Gattuso è l'allenatore del Milan e ciò che vogliamo è che lui rimanga, che vinca le partite, che la squadra migliori. Non possiamo stare sempre su questa storia. Gattuso è stato messo in discussione dall'esterno, per due volte ed è una cosa che mi sembra fuori luogo. Noi come modo di essere non staremo a smentire ogni volta queste cose che lasciano il tempo che trovano. Fra noi tre: io, Paolo e Gattuso, anche per la storia che abbiamo insieme a per la complicità che abbiamo posso dire che sarà sempre tutto chiaro tra di noi".

Sul voto da dare al Milan: "Dare un numero diventa complicato, ricordiamo però dove siamo: la terza squadra che ha fatto più gol, a tre punti dalla zona Champions e siamo secondi in Europa League".

Sulla gara di domani col Genoa: "Siamo sempre lì con questa classifica che guardavi e facevi i calcoli con una partita in meno. Una situazione che non ci piaceva molto. Adesso almeno potremo vedere una classifica reale".

Sul suo ruolo di dirigente del Milan: "Mi sento bene. Divido sempre in due gruppi: i giocatori da una parte, i dirigenti dall'altra. Ho 50 anni, penso di avere vissuto cose che mi hanno dato serenità. È il lavoro che mi piace, mi trovo molto bene".

Sul suo ritorno in panchina: "Altre voci che devo smentire. Ho scelto la mia strada e sono molto felice di quello che sto facendo".

Su Paquetá: "È un ragazzo di 21 anni, una grande promessa, ha cominciato a giocare in Nazionale e ha accumulato una certa esperienza in una squadra che è seconda nel campionato brasiliano. Sappiamo che arriverà in una squadra in costruzione, per cui avrà bisogno di tempo, ma sicuramente è un ragazzo che ha delle qualità abbastanza promettenti".

Su Higuain: "Ha due gol in meno di un giocatore straordinario come Cristiano Ronaldo che gioca in una squadra che vince da 7 anni. Quindi ha 5 gol con una partita in meno e questo evidenzia il suo indiscutibile valore. Per noi è un punto di riferimento importantissimo".

Su Donnarumma: "Non è più una promessa ma una grande realtà, essendo il portiere della Nazionale italiana. Come tanti giocatori del Milan ha vissuto alti e bassi, riflessi di una situazione non semplice anche a livello societario. Le sue potenzialità si vedono in tanti momenti, deve cercare la costanza ma ha tanto tempo davanti a sè".

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