‘La Gazzetta dello Sport’ ha dedicato, questa mattina, un approfondimento sul bilancio 2018 del Milan, , nel corso dell’Assemblea dei Soci, con un passivo di 128 milioni di euro circa.
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Milan, la zavorra sul futuro: 55 milioni di costi in più
Il dato preoccupante, secondo il focus della ‘rosea’, riguarda però non tanto quel passivo consolidato, già, di fatto, ripianato dal fondo Elliott Management Corporation, proprietario del club rossonero, bensì dai 55 milioni in più, rispetto alla stagione 2016-2017, alla voce relativa a costi degli stipendi del personale ed agli ammortamenti dei cartellini dei giocatori.
Costi fissi, strutturali, che hanno fatto lievitare quelli del Milan a 237 milioni e, di fatto, bruciato tutto il fatturato annuo, attestatosi intorno ai 220 milioni di euro. Secondo ‘La Gazzetta dello Sport’, si tratta di uno “squilibrio gestionale insostenibile” per il quale non basteranno le “spalle larghe” di Elliott, intervenuta dopo il default della vecchia proprietà cinese.
Per la liquidità di cassa, il Milan non avrà più alcun tipo di problema. Per quanto riguarda, invece, la questione costi-ricavi, quella sotto la lente di ingrandimento della UEFA, dalle parti di Nyon, problematiche potrebbero emergere, eccome. La famiglia Singer sa bene, per la ‘rosea’, che, per non avere più ‘noie’ dalla UEFA e per poter restituire appeal al Milan in ottica di una sua futura cessione, non sarà sufficiente intervenire in conto capitale perché prima o poi il club di Via Aldo Rossi dovrà camminare sulle proprie gambe.
I conti lasciati dalla gestione di Yonghong Li, di Marco Fassone () e Massimiliano Mirabelli rappresentano, dunque, una zavorra molto pesante per i piani di Elliott: gli stipendi sono passati da 135 a 150 milioni di euro, gli ammortamenti da 46 a 86, per un totale di 55 milioni in più. Spese non ‘una tantum’, ma costanti nel tempo, per rifare una rosa che avrebbe dovuto centrare l’obiettivo della qualificazione in Champions League ma che ha fallito.
Sbagliate, secondo la ‘rosea’, le valutazioni di Nikola Kalinić, costato a bilancio 27 milioni e svenduto di 9 milioni appena dodici mesi dopo, con il nuovo management che lo ha caricato nel bilancio al 30 giugno, insieme agli 11 milioni di svalutazione di Carlos Bacca proprio per ripulire un po’ gli esercizi di bilancio futuro che avranno limitazioni dalla UEFA. Totalmente errate, però, anche : dei 90 milioni annui preventivati, sono entrati appena 600mila euro. E pure i proventi dalle sponsorizzazioni sono diminuiti, con Adidas che, nell’ultimo anno del suo contratto, da 69 milioni è passato a 62. Fiutando, forse, la cattiva aria che si respirava dalle parti di ‘Casa Milan’ …
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