IL 2018 SE NE VA
L’anno solare 2018 sta per lasciare spazio, si spera, ad un 2019 foriero di buone novelle per i colori rossoneri. Anche perché quello appena trascorso è stato intenso, ricco di eventi, ma, tutto sommato, almeno sul piano sportivo, avrebbe potuto regalare qualche soddisfazione in più agli uomini di Gennaro Gattuso. Ripercorriamo le tappe principali del 2018 rossonero nel nostro ‘save the date’!
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EUROPA LEAGUE
A maggio 2018, al termine di una stagione lunga e logorante, il Milan ha conquistato, per il secondo anno consecutivo, il sesto posto in campionato. Mentre, però, per la passata stagione aveva dato accesso soltanto ai preliminari di Europa League, stavolta tanto è bastato al Diavolo, 64 punti in 38 partite, di accedere direttamente alla fase ai gironi della competizione europea. Otto i punti di distanza dall’Inter, quarta in classifica a quota 72 e qualificata in Champions League, e tanto rammarico per i punti persi contro Hellas Verona, Benevento, Sassuolo e Udinese che avrebbero potuto proiettare il Milan ‘cinese’ nuovamente nel Gotha calcistico. La qualificazione in Europa League, quindi, durante l’estate, è stata dalla UEFA, per il mancato rispetto dei parametri del Fair Play Finanziario nel triennio 2014-2017, e dal TAS di Losanna.
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WELCOME ELLIOTT
Iniziata il 13 aprile 2017, si è chiusa appena 15 mesi dopo, il 10 luglio 2018, l’era cinese alla proprietà del Milan. Yonghong Li, infatti, di euro e, di conseguenza, avendo fatto saltare uno dei patti dell’accordo stipulato con il fondo Elliott Management Corporation all’epoca del maxi-prestito per l’acquisto del Milan da Fininvest, è stato spazzato via dal comando della società rossonera. Al suo posto si è dunque insediato il fondo di investimenti statunitense, famiglia Singer in testa, la quale, invece di rimettere subito in vendita il club come pensato in un primo momento, lo ha tenuto, ne ha regolarizzato la posizione debitoria ed annunciato che possa riportare i rossoneri nell’élite del calcio mondiale.
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ASSE MILANO-TORINO
Non appena insediatasi la nuova proprietà americana, poi, il Milan ha dovuto affrontare una delle situazioni di mercato più spinose della sua storia recente: il mal di pancia di Leonardo Bonucci. Arrivato nel luglio 2017, in pompa magna, dalla Juventus per 42 milioni di euro (con Mattia De Sciglio, valutato 12, a fare il percorso inverso …), Bonucci ha indossato la fascia di capitano del Milan per una stagione: in campo, va detto, si è sempre comportato da professionista e sul suo impegno nessuno discute. Obiettivamente, però, il suo atteggiamento ha lasciato perplessi (eufemismo) molti tifosi rossoneri, : l’ex numero 19 del Milan, infatti, ha forzato la mano per andare via proprio nel momento in cui, saltati i cinesi e subentrati al comando della società gli americani, il club stava acquisendo solidità economica e credibilità internazionale e, soprattutto, ha spinto per ritornare alla Juventus poiché, dopo aver fatto pace con tutti coloro i quali aveva litigato nei giorni, turbolenti, della sua cessione, il club bianconero stava acquistando Cristiano Ronaldo. Nell’affare, però, al Milan non ha detto propriamente male, perché il nuovo dirigente Leonardo, per accontentare Bonucci, ha preteso dalla Juventus in cambio il cartellino di Mattia Caldara e, contestualmente, ha intavolato una trattativa per portare in rossonero anche Gonzalo Higuaín.
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DA LONDRA CON FURORE
Uno degli obiettivi del nuovo Milan targato Elliott, naturalmente, per poter tornare a competere a livello internazionale, sarà quello, in primis, di andare in pareggio di bilancio entro il 30 giugno 2021, stabilita dalla Camera Giudicante di Nyon, e, al contempo, quello di aumentare sensibilmente il proprio fatturato. In casa Milan, infatti, siamo fermi più o meno ai livelli del fatturato 2007, anno dell’ultima vittoria in Champions League e dell’ultimo Mondiale per Club, mentre, in questi undici anni, Juventus (in Italia), Barcellona, Real Madrid, Manchester United, PSG, Manchester City e Bayern Monaco, per citarne alcune, in Europa, hanno preso il largo e praticamente doppiato il club rossonero. Tra i top team europei, però, a raddoppiare il proprio fatturato ed ad insediarsi tra le prime 5 di tutto il continente c’è stato l’Arsenal, grazie al lavoro del loro CEO, il manager sudafricano Ivan Gazidis. Motivo per cui, la famiglia Singer, simpatizzante dei ‘Gunners’, per il suo nuovo progetto al Milan ha strappato loro Gazidis, portandolo a Milano per rivestirlo della carica di amministratore delegato del club di Via Aldo Rossi. , Gazidis, per obblighi contrattuali nei confronti dell’Arsenal, è . A lui spetterà un gran bel compito nel 2019.
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HARAKIRI GRECO
Ultimo atto del 2018 rossonero è quello che si è consumato il 13 dicembre scorso allo stadio ‘Karaiskakis’ di Atene, dove la squadra di Gennaro Gattuso, incredibilmente, si è fatta eliminare dall’Europa League, chiudendo, dunque, in malo modo il cerchio iniziato in estate. Il Milan si era presentato al Pireo con : sarebbe passato vincendo, pareggiando, ma anche perdendo con un di gol scarto oppure perdendo con due reti di scarto ma segnandone almeno due (4-2 per l’Olympiacos, 5-3 e così via). Soltanto due risultati avrebbero estromesso i rossoneri dalla competizione: il 2-0 ed il 3-1 per i greci. ‘Ovviamente’, si è verificato uno dei due: andato sotto al 60’ con un colpo di testa sotto misura di Abou Cissé, il Diavolo ha incassato 9’ dopo il raddoppio greco per un’autorete di Cristián Zapata. Lo stesso difensore colombiano, di testa, aveva riacceso le speranze qualificazione del Milan al 71’, prima che l’arbitro, il francese Benoît Bastien, assegnasse per un presunto fallo di Ignazio Abate su Vasilis Torosidis. Dal dischetto, all’81’, Kostas Fortounis ha spedito l’Olympiacos ai sedicesimi ed il Milan all’Inferno.
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