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Adesso, con 3 gol e 7 assist nelle prime 9 gare di campionato, con un’incidenza del 55,6% sul fatturato totale di reti del Milan in Serie A (ha messo del Diavolo, n.d.r.), Jesús Suso, 25 anni il prossimo 19 novembre, sicuramente, è tra gli elementi di spicco dei rossoneri di Gennaro Gattuso e tra i leader, carismatici e tecnici, del gruppo meneghino.
Portato in Italia nel gennaio 2015, per un’intuizione dell’allora amministratore delegato Adriano Galliani, Suso, a sei mesi dalla scadenza regolare del suo contratto con il Liverpool, club che lo prese giovanissimo senza mai credere realmente in lui, costò al club di Via Aldo Rossi appena 200mila euro. Mai cifra fu spesa meglio, se si considera, quasi quattro anni dopo, quanto sia maturato e come sia esploso il nativo di Cadice.
L’avventura di Suso al Milan, però, non è stata tutta rose e fiori: appena 5 scampoli di gara nella sua prima, semestrale esperienza rossonera, definibile di ‘ambientamento’. Il sinistro è sempre stato quello di oggi, ma forma e continuità, inizialmente, gli facevano difetto. In un Milan-Empoli del 29 agosto 2015, il tecnico di quel Milan, Siniša Mihajlović, lo schierò da titolare, dietro le punte Carlos Bacca e Luiz Adriano, in un 4-3-1-2 tanto caro a Silvio Berlusconi.
Suso disputò una prestazione insufficiente, , e di lui, in sostanza, si persero le tracce fino al mercato di riparazione del gennaio 2016, quando arrivò il Genoa di Enrico Preziosi in suo soccorso. Prestito secco, di sei mesi, per poter avere la possibilità di giocare assiduamente agli ordini di Gian Piero Gasperini. Sotto la Lanterna, l’esplosione: 19 gare in rossoblu, 6 reti, tra cui una tripletta, magica, rifilata al Frosinone allo stadio ‘Luigi Ferraris’.
Suso, finalmente, era pronto per i grandi palcoscenici. Il Genoa, rivale del Milan questa sera in campionato, provò a trattenerlo ma senza successo. Fatto ritorno alla casa madre, è divenuto punto di forza del Diavolo ed il resto è storia recente. Questa sera, pertanto, per Suso non potrà che essere una partita speciale, da giocare con la mano sul cuore ma con la testa sul campo, laddove il Milan non potrà sbagliare per avvicinare la zona Champions League.
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