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dal nostro inviato, Luca Fazzini
Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ospite alla Feltrinelli di Milano per la presentazione del libro "La fine del calcio italiano" scritto dal giornalista Marco Bellinazzo, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: ""Milan e Inter sono delle risposte a parte delle domande che Marco fa nel suo libro. Sono state per tantissimi anni l'emblema di una città straordinaria, specchio di successi straordinari in campo internazionale e nazionale. Anche l'espressione di due famiglie, quella Berlusconi e quella Moratti, che hanno accompagnato i successi delle squadre. Il presidente Berlusconi per 31 anni, mentre papà e figlio Moratti per un periodo altrettanto lungo. La famiglia Agnelli è quella più longeva. Il loro modello si è rivelato vincente e ha caratterizzato il nostro calcio. Milan e Inter, come anche la Roma, hanno caratterizzato l'ultimo decennio per cambiamenti epocali. Non è un caso siano capitate a due delle realtà più significative del calcio italiano. L'Inter ha cambiato due volte, un po' prima del Milan. Questo passaggio è avvenuto da due imprenditori che hanno trasmesso un modello familiare diverso da quello juventino, che avevano determinato un periodo costellato da successi straordinari, da scelte magari discutibili dal punto di vista gestionale, ma che aveva fatto contenti i tifosi. Perchè i duelli tra Milan, Inter e Juve hanno caratterizzato la storia del nostro calcio. Nel periodo 2005-2010 Calciopoli e poi la sconfitta dell'Italia negli Europei del 2012 hanno causato la crisi. Tante squadre avrebbero potuto sfruttare la spinta economica. Solo la Juventus è ripartita costruendo lo stadio. Il fatto che Milan e Inter debbano lavorare insieme è palese. È un momento positivo per la città di Milano. L'Inter probabilmente ha una visione più chiara della nostra. Il contro può essere che siamo l'unica realtà europea con un unico stadio condiviso tra due squadre. San Siro è San Siro, chi lo lascia deve essere sicuro di andare verso un'esperienza ancora migliore. Nel 2022-2023 possiamo avere un nuovo stadio. La percentuale dei nostri ricavi rispetto ai diritti tv è sovrabbondante: ora siamo stati superati da tutti gli altri competitor. L'affare completato dalla Ligue 1 qualche giorno fa ci rende la Cenerentola dei diritti tv. Non ha funzionato il nostro modello, il prodotto calcio che abbiamo offerto negli ultimi anni poteva essere migliore. In più, il modello di offerta è transitato dai competitor delle grandi TV, senza mai permettere l'ingresso di grandi telecomunicazioni come avvenuto altrove. Il canale gestito in autonomia dalla Lega, guardato con favore dal Milan, avrebbe permesso una crescita importante. C'è comunque la volontà politica di ogni club per tornare a crescere comunque".
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