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Poca cattiveria e un rosso che brucia: dov’è il vero Rodriguez?

Stefano Bressi

Poco propositivo in attacco, fatica in difesa dove ferma fallosamente Fargò e viene espulso. Rodriguez ha bisogno di ritrovare se stesso.

Fino a qualche settimana fa, probabilmente, era considerato il migliore tra i nuovi acquisti. Ricardo Rodriguez non aveva combinato disastri e aveva messo in mostra un buon piede, doti tecniche importanti. Essere il migliore, però, in questo caso non era difficile. Quasi tutti gli altri avevano deluso enormemente e lo svizzero aveva fatto una buona figura essendo stato pagato anche una cifra non esorbitante. Non era comunque quello il Rodriguez che ci si aspettava. I continui cambi di posizione con Vincenzo Montella probabilmente non l'hanno aiutato ad ambientarsi al meglio in Serie A e una condizione non ottimale ha fatto il resto. Ora però il resto della squadra è in ripresa, mentre lui sembra peggiorare.

La partita di Cagliari è stata probabilmente il punto più basso della stagione del numero 68. Rodriguez è stato totalmente anonimo. Non si è reso protagonista in attacco, non è riuscito a marcare al meglio in difesa. I suoi cross pennellatti ammirati per anni in Germania per ora sono un miraggio, anche perchè la spinta sulla fascia è davvero poca roba, come ha sottolineato anche Gennaro Gattuso nel post-partita. In difesa era spesso lento, macchinoso, in ritardo. Tanto che ha rimediato un'espulsione proprio in due occasioni in cui è arrivato troppo tardi e rischiava di farsi andare via l'uomo.

Non è chiaro quali siano i problemi di Rodriguez. C'è chi sostiene non sia un terzino, ma un esterno, per le scarse doti difensive, ma c'è da dire che per anni ha ricoperto addirittura il ruolo di centrale di difesa in Germania. Lo svizzero sembra un po' perso. Dovrebbe ritrovare se stesso. Il Milan lo cerca, ma per ora in campo ci va una controfigura del terzino che era desiderato da mezza Europa ed era considerato tra i migliori tre al mondo. L'età è ancora quella di un ragazzo, ma il tempo in casa Milan è poco. Serve tornare a essere quelli di una volta. L'augurio è che, come con Leonardo Bonucci, il cartellino rosso possa essere una vera e propria svolta.

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