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Domenica sera il Milan affronterà il Sassuolo e troverà sulla sua strada due ex rossoneri: Alessandro Matri e Kevin Prince Boateng. Del match ha parlato il secondo, ai microfoni di Sportweek, queste le sue parole: "Il Milan è la mia squadra del cuore, se segno non esulto: ho troppo rispetto per quei colori. Chi comandava nello spogliatoio, io o Ibra? Diciamo che io ero quello che guidava i giovani, quelli più svegli. I primi soldi che ho guadagnato mi hanno fatto sbandare e finire fuori strada, per questo quando chiuderò col calcio giocato voglio dedicarmi ai giocatori a inizio carriera, per aiutarli a non ripetere i miei errori. So di essere un personaggio, al cento per cento. E mi piace".
L'approdo a Sassuolo: "Non sono rinato perché non ero mai morto. De Zerbi non me lo ha chiesto, mi ha ordinato di venire qui. Volevo tornare in Italia e stare a vicino a Milano, dove andrò a vivere con mia moglie Melissa Satta e mio figlio Maddox quando avrò smesso di giocare. Cosa vuol dire passare dagli 80mila di San Siro ai 10mila di Reggio Emilia? Che, se gioco male, ho meno gente intorno che fischia".
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