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L'edizione odierna di 'Repubblica' ha sottolineato come, in casa Milan, ora sia giunto il momento della resa dei conti. Il proprietario e Presidente cinese, Yonghong Li, ed il fondo di investimenti statunitense Elliott Management Corporation, che un anno fa prestò a Yonghong Li 303 milioni di euro per il closing dell'operazione di acquisto del club di Via Aldo Rossi, sarebbero vicini a mettere fine ad una convivenza apparsa fin da subito forzata.
“Le affinità elettive erano dettate molto da un rapporto economico e molto poco da visioni comuni sulla gestione del club – ha scritto 'Repubblica' -. Il fondo gestito dalla famiglia Singer, in Italia già protagonista della scalata al gruppo Telecom, ora prepara l’assalto a Casa Milan. Le difficoltà economiche di mister Li potrebbero essere amplificate a metà giugno dalla sempre più probabile esclusione dalle coppe per la violazione delle regole UEFA, tesi sposata dal New York Times”. Questa è un'eventualità a cui il fondo Elliott, sempre pronto a subentrare alla Rossoneri Sport Investments Luxembourg qualora Yonghong Li non ottemperasse ai suoi impegni economici, si starebbe già preparando a dovere.
Il fondo U.S.A., infatti, avrebbe già individuato possibili dirigenti di alto livello a cui affidare la società: tra le ipotesi più accreditate spicca, per il settore sportivo, il nome di Paolo Maldini, che farebbe così ritorno al Milan, 9 anni dopo l'addio da calciatore, in veste dirigenziale. Il fatto che Maldini si sia iscritto al social cinese 'Weibo', forse, rappresenta già un piccolo indizio. 'Repubblica' ha infine spiegato come Elliott, che gestirebbe il club il tempo necessario per trovare un acquirente, sa che con una società rafforzata attirerebbe più facilmente nuove figure dirigenziali. In cima alla lista non c’è solo Maldini, ma anche profili ideali per il ruolo di nuovo amministrazione delegato: in Italia quelli di Juventus e Roma, Giuseppe Marotta e Umberto Gandini (ex rossonero), sarebbero ritenute perfette.
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