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Rodríguez, che succede? Gattuso deve rigenerare anche l’elvetico

Daniele Triolo

Ricardo Rodríguez aveva iniziato la stagione nel migliore dei modi. Ultimamente, però, sembra la brutta copia del bel mancino già ammirato in Germania

E' stato uno dei primi acquisti di Massimiliano Mirabelli per l'estate 2017 del Milan, la sua prima ufficiale in qualità di direttore sportivo: dopo le ufficializzazioni di Mateo Musacchio dal Villarreal e di Franck Kessié dall'Atalanta, infatti, il terzo arrivo in casa Milan è stato Ricardo Rodríguez, esterno sinistro basso classe 1992 prelevato dai tedeschi del Wolfsburg per 15 milioni di euro più 3 di bonus.

Il suo acquisto era stato accolto bene dai tifosi rossoneri e dagli addetti ai lavori: Rodríguez, d'altronde, nel recente passato era stato seguito anche da top club d'Europa quali Real Madrid e PSG e, prima che Mirabelli venisse ingaggiato dal Milan, era stato corteggiato anche dall'Inter. Il giocatore, che in Germania aveva incantato per capacità difensive (è in grado di fare anche il terzo centrale di difesa, a tre, come ha fatto in rossonero con Vincenzo Montella, ed a cinque) e facilità di propensione offensiva, nonché per un piede sinistro fatato, aveva iniziato la stagione nel migliore dei modi.

Primo gol ufficiale della stagione del Milan? Di Ricardo Rodríguez, su punizione, al CSU Craiova nell'andata dei preliminari di Europa League. Quindi, tante gare convincenti, cross al bacio, intesa con i compagni quasi sorprendente considerando un Milan rifatto da capo a piedi nel breve volgere di tre mesi. Contro la Spal, a settembre, il suo primo gol anche in campionato, siglato su calcio di rigore, una delle sue specialità. E' stato protagonista, poi, anche in Nazionale, quando, negli spareggi tra Svizzera e Irlanda del Nord, ha prima siglato, a Belfast, il penalty dell'1-0 e, nel ritorno, nello 0-0 di Basilea, 'RR' ha salvato al 90', sulla linea, il gol dei potenziali supplementari e, di fatto, spinto la sua Nazionale ai Mondiali in Russia.

Da lì, la flessione. Silenziosa, ma continua ed inesorabile. Rodríguez non è più riuscito ad incidere nelle fortune del Milan, si è involuto nonostante il cambio in panchina tra Montella e Gennaro Gattuso, che lo ha spostato nuovamente dal centro della difesa alla fascia sinistra, sua naturale zona di competenza. Mentre il nuovo tecnico è riuscito a rilanciare Leonardo Bonucci, Lucas Biglia e Hakan Çalhanoğlu; a far riprendere Davide Calabria, Franck Kessié e persino André Silva, la stessa operazione, fin qui, non è riuscita con lo svizzero. Anzi: anche nel momento più bello della stagione del Milan, a cavallo tra inizio gennaio e metà marzo, Ricardo Rodríguez è spesso sembrato un pesce fuor d'acqua.

L'apoteosi del suo momento difficile l'ha toccata il 18 febbraio, quando, a San Siro, si è fatto parare un calcio di rigore da Emiliano Viviano, in Milan-Sampdoria 1-0. E nelle ultime due, importantissime gare per i rossoneri, contro Juventus e Inter nel derby, l'elvetico è sembrato l'anello più debole della squadra tanto nella sconfitta, immeritata, all'Allianz Stadium quanto nel fortunoso (eufemismo) pareggio strappato nella stracittadina. Un po' di stanchezza, fisica e mentale, forse? Rodríguez, in stagione, ha giocato 26 gare su 30 in campionato, 38 in totale in tutte le competizioni ed è stato in campo per ben 3.339'!

Ora, però, non è il momento del riposo: il ragazzo deve accelerare, tornare a far vedere le qualità che indubbiamente possiede e tenere duro in queste ultime 8 gare di campionato più la finale di Coppa Italia, trofeo che i rossoneri non alzano al cielo dal maggio 2003. E mentre a Gattuso, fresco di rinnovo, toccherà il compito di rigenerare anche Rodríguez, lui dovrà produrre una serie di prestazioni nuovamente di livello. Per il bene del Milan e, soprattutto, per il suo futuro: il mercato estivo 2018 è dietro l'angolo e non sono escluse scelte a sorpresa da parte della società.

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