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Albertini: “Milan, alibi finiti: deve vincere, punto. E su Montella …”

Daniele Triolo

Demetrio Albertini, ex giocatore del Milan di Fabio Capello, analizza il difficile momento della squadra rossonera. Il suo pensiero sul tecnico campano

"Demetrio Albertini, classe 1971, ha giocato nel Milan dal 1988 al 2002 (con breve parentesi in prestito al Padova), disputando 406 gare con 28 gol e, soprattutto, 10 trofei all'attivo (5 Scudetti, 3 Supercoppe Italiane, una Champions League ed una Supercoppa Europea). Da poco, unitamente a Manuela Ronchi, ha fondato la società di comunicazione DeMa4 ed è proprio dagli uffici della neonata realtà che Albertini ha concesso, ai microfoni del 'Corriere della Sera' oggi in edicola, un'interessante intervista per analizzare il difficile momento della squadra rossonera.

"Innanzitutto, l'ex 'Metronomo' del centrocampo è partito fornendo utili consigli. “Per plasmare un club vincente non si programma, si raccoglie – ha detto Albertini -. Pure io ho vissuto gli anni della ricostruzione: nella stagione 1998-99 eravamo reduci da due campionati disastrosi, e si iniziava un nuovo percorso con Alberto Zaccheroni. Anche all'epoca si giocava con la difesa a tre, un inedito. Vincemmo lo Scudetto con 7 successi consecutivi nel finale perché non ci siamo mai accontentati. Non ci siamo nascosti dietro l'alibi 'se si perde non importa, è l'anno della ripartenza'”.

"Albertini ha battuto molto sul concetto di “mentalità vincente” che aveva quel Milan nel 1999: la stessa che ora Vincenzo Montella, attuale tecnico rossonero, dovrebbe dare alla squadra. Il destino dell'Aeroplanino, però, appare appeso ad un filo già ad ottobre: “E' il destino di ogni tecnico – il commento di Albertini -, ma lui deve essere valutato sul lavoro, non sui risultati”. Ma come arrivano i rossoneri al derby? “Ritengo il mercato una delle componenti per il successo ma non l'unica. Di certo, se l'Inter non avesse aggiustato più di una partita al 90' faremmo discorsi diversi – la sua ammissione -: detto questo, credo sia presto per dire che i soldi spesi dal Milan siano troppi. L'amalgama si crea cammin facendo: il Milan è ancora un cantiere aperto e Montella sta procedendo per tentativi”.

"Su Leonardo Bonucci, al centro delle critiche in questo periodo, Albertini ha commentato: “Paga il cambiamento: l'anno scorso aveva certezze di gioco, ora le deve maturare. Prematuro farlo capitano? No, perché credo che la società volesse donare la fascia ad un giocatore che si assumesse le responsabilità. E poi, se per indossarla conta essere titolari, Bonucci è con Gianluigi Donnarumma il giocatore più utilizzato ...”. Infine, Albertini ha concluso parlando dei reali obiettivi di questo Milan, sottolineando come “non bisogna porsi obiettivi, i sogni sono gratis. Poi, i conti si faranno alla fine. Mi ha fatto impressione l'entusiasmo esagerato per il ritorno in Europa, ai preliminari di Europa League! Bisogna abbandonare scuse e giustificazioni: il Milan deve vincere, punto. E casomai imparare a gestire le sconfitte”.

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