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Il mondo di Carlos Bacca è una sfera. Per tutti lo è, certo, ma per il colombiano è un po' più piccolo, è di cuoio e viene preso a calci. El Peluca, qualsiasi cosa faccia, la ricollega al calcio. Non è l'unico, ma in pochi possono dire di avere un campo in giardino e un museo in salotto, con tutti i propri cimeli. Entrare nel mondo di Bacca significa entrare in un mondo in cui il primo pensiero è Dio e il secondo, senza alcun dubbio, il pallone. Il calcio lo rende felice. In questi giorni lo è particolarmente, grazie all'inizio di campionato da urlo. Ora può finalmente non pensare al mercato. Bacca resterà al Milan al 100%.
La Gazzetta dello Sport ha intervistato il numero 70 rossonero, ecco le sue parole: "Il West Ham è un grande club, ma ho respinto l'offerta, devo pensare anche alla mia famiglia. Ne ho parlato con Galliani, mi è sembrato corretto avvisarlo che voglio restare al Milan, sono una persona chiara e trasparente. Lui mi ha detto che anche il club pensa che debba rimanere. Onestamente mi piace molto sentirmi dire che sono importante. I tifosi possono stare tranquilli. È strano passare da giocatore con cui fare cassa a incedibile, ma so che prima il club aveva dei problemi e io ero uno dei pochi che avrebbe consentito di fare cassa. Con la mia cessione il club avrebbe risolto varie situazioni, quindi lo avrei capito. Ma adesso la sensazione è bellissima. Significa che c'è fiducia e sono andato bene. Sono una persona, prima che un calciatore. Mi ha convinto la mia famiglia a restare, ma anche che le offerte ricevute non mi piacevano del tutto. In casa mia sa che comanda mia moglie... No, dai, facciamo 50 e 50. Anzi, 51 lei. Per me è fondamentale, prima di lei non ero nulla, eppure mi ha voluto fortemente, nonostante qualche divergenza con i genitori. Penso di essere più un buon calciatore che un buon marito, ma ho sentito mia moglie prima di decidere di restare a Milano. Penso di essere un buon papà, il pallone della tripletta l'ho dato a mio figlio. Ora è nel museo di casa. Vorrei facesse il calciatore, giochiamo tutti i giorni nel campetto in giardino. Con Montella mi diverto molto di più, sono felice. È con la palla che si gioca a calcio, non con la corsa. Mi piace il suo gioco, la squadra attacca e mi arrivano più palle gol. Col Torino ne sono arrivate 5 e l'ho messa dentro 3 volte. Se ne arriva solo una è complicato e l'anno scorso era così. Posso dirlo? Ora c'è un allegria che prima non c'era. Montella mi ha detto che gli sarebbe dispiaciuto perdermi. Non ci sono rimasto male quando mi ha lasciato a Milano, invece di partire per gli USA: è stato chiarissimo dicendomi che mi sarei allenato meglio. Mi piace molto il tridente con Niang e Suso, ma anche Luiz è un grande. Quando smetterò di giocare farò il dirigente, non l'allenatore: troppo brutto mandare qualcuno in panchina. Voglio superare i gol dell'anno scorso. Vorrei equilibrio nei miei confronti. Mi dà fastidio essere giudicato solo in base ai gol, ma ovviamente devo migliorare, soprattutto con il sinistro. Voglio l'Europa con questa maglia. Sono orgoglioso di essere qui ora, cinque anni fa sarebbe stato facile scegliere il Milan, io l'ho fatto quando tutto era difficile. Penso mi rivedrete segnare di rabona... A qualcuno non piacerà, ma se mi riesce poi sono un fenomeno".
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