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Aspettasi gennaio disperatamente. Sembra essere questo il titolo più azzeccato per il momento attuale del Milan. La squadra rossonera, reduce dai primi quattro mesi di campionato un po' in chiaroscuro, cerca e chiede all'anno venturo un cambiamento di rotta non indifferente, che riporti le ambizioni dove devono essere, cioè in Europa e nell'Europa che conta. Per fare questo, si attende con forza la riapertura del mercato invernale che, unito ai diversi recuperi dall'infermeria, potrebbe davvero dare al Milan un nuovo volto, un volto più competitivo.
Il rientro, già avvenuto, di Bertolacci a centrocampo ha dato fluidità al gioco rossonero, dato che l'ex genoano sembra completarsi molto bene con il compagno di reparto Montolivo. In avanti, la freschezza e la gioventù di Niang, sembrano aver rigenerato anche il pur sempre presente Carlos Bacca, tornato nelle ultime gare a segnare con continuità. Ma le novità di gennaio saranno ben altre. Le parole di Galliani e Berlusconi delle ultime ore, hanno ridato slancio e certezza al ritorno in rossonero del figliol prodigo Kevin Prince Boateng. Il Milan, a detta sua, gli è sempre rimasto nel cuore e quindi è tempo di ricominciare quella storia d'amore bruscamente interrotta un paio d'anni fa. Con il Boa, che prenderà numericamente il posto di Suso, i rossoneri avranno un jolly offensivo che fino ad ora non aveva in rosa. Il ghanese, infatti, può giocare come falso nueve, come seconda punta, come terzo attaccante in un tridente, come trequartista atipico o come mezzala in un centrocampo a tre. Tante possibilità, ora toccherà a Mihajlovic scegliere. Stesso discorso, o per lo meno, molto simile, quello che si può fare per Balotelli e Menez. L'italiano ha giocato pochissimo, vittima di una forma molto aggressiva di pubalgia. Ma i colpi ci sono e forse stavolta anche la testa. Il Milan spera, come spera che Jeremy Menez torni quello dello scorso anno. Un calvario di sette mesi, con problemi alla schiena che avrebbero steso in molti, ma non il fantasista francese. Sì, fantasista. Perchè con un Menez a pieno regime, il Milan potrà tornare al tanto amato (dalla dirigenza e da Mihajlovic) 4-3-1-2, modulo originale della rifondazione estiva rossonera.
Certo, l'equilibrio del 4-4-2 è innegabile, ma sono tanti i giocatori in rosa che non amano alla follia questo modo di giocare. Avere in rosa gente del calibro di Boateng, Menez, Balotelli, Bacca, Niang, Luiz Adriano e Honda, potrebbe far tornare indietro Mihajlovic e far riprovare alla squadra il modulo con il fantasista. A questo punto servirebbe però un regista di centrocampo e la partenza di Cerci, ma questi sono altri discorsi. A gennaio se ne vedranno delle belle.
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